Granso poro, una meraviglia che si colora anche di blu: preda ambita e rara

Martedì 18 Luglio 2023
Granso poro, una meraviglia che si colora anche di blu: preda ambita e rara

Prendere un granchio è già un problema, ma prendere un granciporro può essere davvero un grosso errore (come spiega il Dizionario Treccani). Eppure, "papa, è poro?", "no, caro", "uffa! Papa!" quante volte l'abbiamo sentito in spiaggia d'estate quando i bambini vanno a granchi col retino o con laccetto...
Infatti, il gransio poro (così in dialetto) è preda assai ambita e piuttosto rara.

E non solo dai bambini. Ma perché questi poveri crostacei sono diventati sinonimo di errore? Probabilmente per un antico uso di mare, per cui pescando ti sembra che abbia abboccato chissà che pesce ed invece è un granchio inferocito che spezza la lenza. Dunque, hai preso un granchio, o, ancora più grosso, un granciporro. Il termine italiano deriva, appunto, dal dialetto veneto gransio (dal latino cancer) poro (dal greco pàguros).

GRANSO PORO


Nome scientifico cancerpagurus. Nome un po' fuorviante, perché il nostro granciporro è un granchio a tutti gli effetti, il paguro no. Vive tranquillamente da pochi metri fino ai cento metri di profondità, prediligendo fondi rocciosi. È presente prevalentemente nell'Oceano Atlantico, soprattutto sulle coste britanniche e del nord della Francia, mentre è meno diffuso nel Mediterraneo. Nei nostri mari viene soprattutto pescato nella Laguna veneta ed è di norma più piccolo, rispetto a quelli che vivono nell'oceano. Non ci sono periodi particolari che ne favoriscono la cattura, anche se, in autunno-inverno la pesca è normalmente più abbondante.
La carne del gransio poro è veramente prelibata ed assai apprezzata dai buongustai, soprattutto nelle nostre zone. Ed è utilizzata in primi, secondi, insalate, sia per piatti freddi che caldi e può essere cucinato in svariati modi. Unico problema, se qualcuno non ve lo prepara, un tantino complicato da pulire e mangiare. Nulla che con un po' di pazienza ed un bel tovagliolo, non si possa superare. Il gransio poro sarà protagonista della ricetta che verrà proposta dal Ristorante Wildner sulla Riva degli Schiavoni. Intanto, però ci dobbiamo occupare di un altro granchio di cui di cui di questi tempi si fa un gran parlare, avendo letteralmente invaso la laguna e, più in generale le coste adriatiche, causando non pochi problemi.

GRANSO BLU

Ovviamente, stiamo parlando del granchio blu (Callinectessapidus). Provenendo dalle coste americane dell'Atlantico, probabilmente con l'acqua di zavorra delle navi, da alcuni anni sta proliferando in modo abnorme in Laguna e lungo l'Adriatico, anche se la prima segnalazione di questa specie risale al 1947 in Grecia. Privo di antagonisti naturali è più grosso, robusto e vorace degli altri granchi -, e favorito probabilmente dalle condizioni climatiche, sta mettendo a repentaglio le altre specie simili e facendo strage di vongole di cui è voracissimo. Soprattutto sul Delta del Po gli allevamenti di questi molluschi sono letteralmente in ginocchio.
Che fare? L'unica soluzione, al momento, sta nel fatto che il granchio blu è ottimo in cucina e, tra l'altro, assai più semplice da curare dei suoi consimili gransio poro e granceola, essendo all'interno molto meno ricco di cartillagini. Insomma, la soluzione del problema potrebbe essere quella del contenimento della specie attraverso la pesca a fini commerciali. Già si trova in alcuni banchi di pesce, anche sotto forma di moeca (il famoso soft crab degli americani).
A cura dell'Associazione Ristoranti della Buona Accoglienza di Venezia

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