Madhi, ragazzo afgano, è in Italia da 6 anni come Oss: ora lo cacciano per un cavillo

Giovedì 28 Marzo 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 07:15


IL CONTESTO
Quindi la riflessione dei colleghi diventa inevitabile: «Pensiamo a come ci sia sempre grande penuria di personale nel settore sanitario e quanto anche per questo motivo lui fosse una risorsa per tutti noi». De Nadal e Donvito non ci stanno a lasciar passare sotto traccia questa storia che ha come base cavilli burocratici: «Proviamo un senso di impotenza e vergogna quando incrociamo il suo sguardo in questi giorni. Si parla tanto di sostenere e supportare le persone straniere nell’integrarsi nel nuovo contesto di vita, di fare rete, di costruire relazioni, dell’importanza della dignità e del rispetto della persona e poi si torna al punto di partenza, solo per far eseguire una legge con il paraocchi». Le colleghe invitano chi sente questa storia a mettersi al suo posto: «Immaginiamo di dover emigrare in un paese straniero perché non possiamo più stare a casa e di arrivare ad un buon equilibrio di vita ed inserimento in un nuovo Paese. In un attimo, tutto ciò che abbiamo costruito, con fatica, ci viene tolto e dobbiamo ricominciare tutto da capo. Ricordiamoci e ricordiamo a chi deve prendere queste decisioni che è solo per un soffio del destino che ci troviamo dall’altra parte. Madhi si è integrato. Perché deve andare via? Chiediamo anche a tutti i vari servizi ed istituzioni che si occupano di questo: che senso ha fare tutto questo lavoro, se poi in un attimo lo distruggiamo? Interroghiamoci davvero su quale sia il concetto di casa. I nostri anziani ce lo dicono tutti i giorni. La casa non è solo un posto dove dormo, mangio e vivo, ma è un posto che sento mio, che abbellisco a mio piacimento, dove c’è il calore di chi ti ama».

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