Due settimane non sono bastate alla macchina della burocrazia a risolvere “il problema” dell’appartamento con i 29 gatti ormai diventato di tutto il quartiere Tuscolano.
La coppia di fratelli dediti al “barbonismo” e che aveva accumulato nell’appartamento vicino piazza dei Consoli una discarica con quintali di immondizia sta ancora lì irrisolta, accumulatori seriali di spazzatura e animali che sono sempre più frequenti anche nella capitale. E’ diventato ormai un problema sociale che tutto il quartiere e i condomini del palazzo si augurano che possa risolversi al più presto: «Quando ci fu lo stesso problema nel 2021in via Lavinio a Roma con N. A., la “serial killer dei gatti” e furono portati via 10 tonnellate di rifiuti (3 interi camion) e dove furono trovate molte carcasse mummificate di gatti, le forze dell’ordine dovettero entrare con le scale dalle finestre, nello stesso palazzo a piano terra ce n’era un’altra che aveva solo tre gatti dentro ma quintali di spazzatura - dice Emanuela Bignami presidentessa della Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di Ostia - e lo sgombero di via Lavinio lo dovettero pagare gli inquilini con una colletta costata quasi 30mila euro, è difficile intervenire e risolvere i problemi, servirebbe una legge perchè queste persone sono abbandonate a se stesse, nel caso non abbiano voglia o i soldi per sgomberare e sanificare l’appartamento, nessuno se ne fa carico».
Cresce quindi il fenomeno dei raccoglitori seriali di cani e gatti. Per far fronte a questo problema, insieme ad altre associazioni animaliste, l’Enpa ha richiesto al Comune di Roma che, nel nuovo Regolamento Tutela Animali al momento in fase di elaborazione, venga inserito un articolo dedicato che tratti proprio “animal hoarding”, ovverosia l’accaparramento e accumulo compulsivo di animali. «Abbiamo richiesto - conclude la Amoroso dell’Enpa - che venga istituito un gruppo di intervento coordinato delle Istituzioni competenti quali servizi sociali, servizi veterinari delle ASL, Servizi igiene mentale ed esperti indicati dalle associazioni animaliste. E che il gruppo intervenga secondo un protocollo operativo concordato e collaborando anche con altri soggetti (Autorità giudiziaria, Vigili del Fuoco, guardie zoofile ecc.) ciascuno per la propria competenza ai fini della tutela sia del benessere degli animali sia delle persone coinvolte, auspichiamo che il Comune di Roma ci stia a sentire».