TheBorderline, Matteo Di Pietro domani davanti al gip. L'ipotesi risarcimento danni: potrebbe dover pagare 2 milioni

Il giovane, ai domiciliari, non può usare pc e cellulare poiché «potrebbe influenzare gli amici»

Domenica 25 Giugno 2023
TheBorderline, Matteo Di Pietro (ai domiciliari) non può usare pc e cellulare. «Potrebbe influenzare gli amici»

Matteo Di Pietro, il 20enne ai domiciliari per l'incidente di Casal Palocco, comparirà probabilmente domani davanti al gip per l'udienza di convalida. Nei confronti dello youtuber le accuse sono di omicidio stradale e lesioni.

Stasera a Casal Palocco si terrà una fiaccolata in memoria del piccolo Manuel, il bambino di 5 anni che ha perso la vita nello schianto.

Il risarcimento danni

Di Pietro, secondo alcune stime, potrebbe trovarsi a pagare oltre 2 milioni di risarcimento danni. Se venisse condannato per omicidio stradale, la compagnia assicurativa che copriva la Lamborghini Urus (presa a noleggio) usata per la "challenge" fatale, dopo aver risarcito la famiglia della vittima, potrebbe decidere di rivalersi sul giovane. Ci sarebbero poi da ripagare i danni provocati dallo schianto sulla supercar (che vale 290mila euro). Ingenti danni economici deriveranno anche dalla chiusura delle collaborazioni che il gruppo "TheBorderline" aveva con diverse aziende, che potrebbero a loro volta ritenere la loro immagine danneggiata dall'accaduto e chiedere risarcimento.

Matteo Di Pietro non può usare pc e cellulare

Il ragazzo non può usare dispositivi elettronici con accesso a internet. Da quanto si apprende, allo youtuber è stato vietato l'utilizzo di smartphone e pc, principalmente per scongiurare il rischio che possa «influenzare gli amici» in questa delicata fase di indagini, in cui gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica dello schianto anche attraverso i racconti degli altri ragazzi. 

Il giovane, dal giorno dell'incidente, si trova barricato in una casa a Roma nella disponibilità della famiglia Di Pietro (il padre è un funzionario del Quirinale) e, da venerdì scorso, non può uscire perché agli arresti domiciliari. Il gip ha accolto l'impianto accusatorio della Procura: è ipotizzabile che le esigenze cautelari siano legate in primo luogo al rischio di inquinamento probatorio e in secondo luogo alla possibile reiterazione del reato oltre che al pericolo di fuga.

Il narcotest

La richiesta della procura si basa anche sulle prime informative trasmesse dalle forze dell'ordine e sugli elementi raccolti nei primi giorni delle indagini tra cui anche il risultato del narcotest a cui è stato sottoposto il ragazzo da cui è emerso la presenza nel sangue di tracce di cannabinoidi. Un elemento che ha portato gli inquirenti a disporre ulteriori accertamenti, verifiche di «secondo livello» per potere cristallizzare la quantità e a quando risale l'assunzione della sostanza stupefacente da parte di Di Pietro.

Le testimonianze

Elementi utili a consolidare la richiesta di arresto potrebbero essere arrivati dalle testimonianze delle persone accorse subito dopo lo scontro e dalle prime analisi delle telecamere presenti in zona. Alcuni abitanti hanno raccontato che i cinque a bordo del bolide, che era stato preso a noleggio, hanno continuato a riprendere la scena anche dopo il drammatico impatto.

Il cellulari

Anche per questo chi indaga ha affidato una maxi consulenza sui telefonini delle persone che erano a bordo del Suv quel pomeriggio, tutti legati al gruppo TheBorderline, un collettivo «celebre» sui social per le sfide impossibili da postare online. L'obiettivo degli inquirenti è verificare l'esistenza di video, foto o comunicazioni utili alle indagini e in questo ambito si collocano anche le perquisizioni eseguite nei giorni scorsi nell'abitazione dell'indagato e nella sede della società di youtuber che poteva contare su oltre 600 mila follower.

Ultimo aggiornamento: 19:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA