Vive in una tenda a Talenti, il quartiere si mobilita e gli offre cibo e coperte. «Sono pronto a ricominciare». Chi è

Il percorso del 58 enne: la droga, lo spaccio e gli arresti: “Una seconda chance nella vita non si nega a nessuno”

Martedì 2 Gennaio 2024 di Alessia Perreca
Vive in una tenda a Talenti, il quartiere si mobilita e gli offre cibo e coperte. «Sono pronto a ricominciare». Chi è

Un pacco. All’interno ci sono un dolce natalizio e uno champagne per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Lui è felice e grato. Ringrazia il buon cuore di qualche romano - attento e altruista - che anche nell’ultimo giorno del 2023 non si è fatto attendere: ha raggiunto la sua dimora, una tenda grigia, in un parco in via Ugo Ojetti, a Talenti e lo ha riempito di coccole e prelibatezze. Perché la catena di solidarietà che si è creata attorno a Roberto Mascioli è un atto di grande amore che difficilmente potrà dimenticare.

L’uomo, 58enne, da diverso tempo non ha un’abitazione e nemmeno un'occupazione. Nel 2019 l’ennesimo arresto per spaccio e l’uscita dal carcere di Rebibbia dopo tre anni e mezzo di detenzione. La voglia di riscatto per Roberto corre più forte di qualunque altra partita. Sono pregiudicato, è vero, ma ho voglia di ricominciare, di lavorare e vivere una vita onesta». Nel suo riparo di fortuna c’è tutto: cibo, coperte e vestiti. «Non sono un barbone», precisa.  «Ho qualche amico che mi “ospita” per fare la barba e la doccia. Oltre a tanti residenti che ogni giorno si mobilitano per offrirgli abiti, alimenti e calore umano. E la sua gratitudine arriva ad esprimerla anche sui social: «Volevo ringraziare chi mi ha lasciato una busta con un panettone e spumante. Grazie di cuore e buon Anno Nuovo», scrive l’uomo all'interno di un gruppo social.

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La storia di Roberto, dall’inferno della droga al desiderio di rinascita

La discesa verso la prigionia della droga comincia molto presto per Roberto. Il consumo di cocaina lo ha condotto in un viaggio randagio fatto di spaccio, spostamenti, fiumi di denaro ed infine due arresti. «Il primo è arrivato dopo la morte improvvisa di mia mamma, nel 2014». La donna gestiva un’attività sartoriale «Affittavamo abiti di scena per il teatro, la televisione e il cinema. Il rapporto con i miei genitori - racconta l’uomo - è stato sereno, ma dopo la scomparsa di mia madre sono finito a vivere in macchina».  Quel dolore così lacerante arrivato come un fulmine a ciel sereno e difficile da colmare. La disperazione senza alcuna via d’uscita, tanto che l’uomo, privo di tutto, compresi gli affetti più cari, finisce nel burrone dello spaccio. L’incontro con una banda di peruviani e la partenza per il Perù come corriere della cocaina. «10mila per un viaggio - spiega Roberto - sfido chiunque nella mia condizione a non cedere a una tentazione simile». Nel 2015 per l’uomo si aprono le porte della casa circondariale di Civitavecchia. «Ho patteggiato la pena a 3 anni poi sono uscito e ho proseguito a vivere la mia vita in una tenda». La voglia di un lavoro pulito si abbracciava alle tante porte sbattute in faccia all'uomo che non si è mai arreso e ha tentato di tutto pur di ricominciare una nuova vita. «Alla fine ho ceduto di nuovo e ho ripreso i contatti con i peruviani. Sono rifinito nel giro. Nel 2019 il secondo arresto a Roma e tre anni e mezzo passati nel carcere a Rebibbia. All'interno ho lavorato due anni come scrivano nel reparto di infermeria. La buona condotta ha poi ridotto la mia permanenza dietro le sbarre». Debiti azzerati per chi nella vita, pur avendo commesso gravi reati, ha deciso di intraprendere un'altra strada e di uscire dal limbo. «Sono pronto a ricominciare - afferma senza mezzi termini Roberto - ma sono vittima dei pregiudizi e le porte restano sempre chiuse. Potrei fare il ragioniere  ( sono diplomato) oppure il guardiano o portiere. Un lavoro onesto che mi consenta di ricominciare una nuova vita».

La solidarietà del quartiere ( e social)

Abiti usati, sacchi a pelo, cibo e bevande calde: un intero quartiere si è mobilitato per aiutare Roberto e rendere la sua tenda, all’interno dell’area verde dedicata ad“Age&Scarpelli”, nel cuore di Talenti, un giaciglio confortevole. «Sono persone splendide, non vivono di preconcetti». La gara di solidarietà per assistere Roberto è corsa anche sui social dove l’uomo ha ringraziato - sulla pagina faceboook “Sei di Talenti se” - le tante persone che sono arrivate e lo hanno omaggiato di doni anche nel giorno di Capodanno. «Un uomo gentile  e con tanta dignità», lo descrive un utente. «Ma come fa a viver così?», rimarca un altro.  L’ultimo giorno dell’anno, Roberto, lo ha trascorso sempre in tenda tra un panettone e un bicchiere di vino. Le sue giornate sono scandite da brevi passeggiate e qualche tappa al bar di una famiglia di cinesi a pochi passi dal parco. E quel desiderio vivo di rinascita perché - conclude Roberto - «una seconda chance nella vita non si nega a nessuno».

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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