Omicidio a Udine, quel locale già conosciuto e i residenti che costruiscono barriere per sentirsi protetti

Martedì 2 Gennaio 2024
Omicidio a Udine, quel locale già conosciuto e i residenti che costruiscono barriere per sentirsi protetti

UDINE - «Non è la prima volta che accadono episodi del genere». Laconico il commento di uno dei residenti di via dei Prati, il più attiguo al locale dove è avvenuto il tragico fatto di ieri mattina. «Qui fanno festa ogni volta fino all'alba racconta da dietro il suo cancello di casa e in passato mi sono ritrovato bottiglie e vetri nel giardino».

Spiega di aver alzato una serie di barriere attorno al confine dell'abitazione, proprio perché si sentiva poco sicuro. «Non abbiamo sentito però nulla questa mattina, nessun grido o qualcosa di strano spiega -.

Ci siamo svegliati verso le 10 e abbiamo visto le macchine dei carabinieri, poi abbiamo capito cosa fosse successo dal viavai di persone e dal vociare nel parcheggio».

Passano le ore in via dei Prati e il cancello del Laghetto Alcione si apre e si richiude lasciando entrare prima i parenti della vittima, quindi gli inquirenti, e ancora si riapre per l'uscita di alcuni dei partecipanti all'evento che, dopo essere ascoltati come testimoni, vengono lasciati andare a casa. Nessuno vuole parlare, alcuni urlano, altri si disperano alla notizia che il 31enne che era con loro fino a qualche ora prima, non ce l'ha fatta.

«Era un mio amico, era come mio fratello», grida un ragazzo mentre i militari gli chiedono di raccontare cosa sia accaduto. Gli inquirenti hanno sentito le persone - una quarantina - presenti ancora all'interno del locale, la maggior parte di nazionalità dominicana. È stato sequestrato quello che era ritenuto utile al fine di chiarire la dinamica dei fatti. Alcuni ragazzi sono stati portati in caserma per ulteriori indagini.

Un locale gia' al centro dell'attenzione

Il luogo dove è successa la tragedia era già noto agli inquirenti e spesso oggetto di discussioni tra i vicini. Proprio un anno fa la Questura di Udine, applicando l'art 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, aveva disposto, per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica, la sospensione per quindici giorni della licenza di somministrazione e di pubblico spettacolo (attività danzante) del locale.

Il 30 ottobre del 2022 infatti era scoppiata una maxi rissa che aveva visto coinvolte decine di persone. Al loro arrivo poliziotti e carabinieri trovarono cocci di bottiglia, vetri rotti, tavoli e sedie ribaltate. Fortunatamente in quella circostanza nessuno riportò ferite, tranne un giovane con un piccolo taglio al dito di una mano. A seguito degli accertamenti amministrativi emersero anche alcune irregolarità. Quella fu la terza sospensione per il locale, le prime due erano state notificate nel 2017 e nel 2020 per eventi di rilievo anche penale. Ad inizio 2022 invece finì al centro dei controlli per le normative anti-Covid: tra chi serviva, chi era all'ingresso e il dj erano senza mascherina e si sarebbero verificati assembramenti. Nel locale, al momento delle verifiche delle forze dell'ordine c'erano oltre una trentina di clienti. I residenti della zona di Baldasseria che passano a piedi o in bici o correndo lungo la stradina che si snoda tra i campi chiedono cosa sia accaduto. Poi capiscono e commentano: «Questa zona, famosa per il laghetto di pesca sportiva, dal quale prende il nome, era un posto bellissimo dove passare del tempo in famiglia, ci portavamo anche i bambini», ma da qualche anno «le cose non vanno più bene, il posto è stato chiuso già qualche volta. Anche durante il periodo del Covid avevano avuto problemi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci