Baby squillo, spunta la lista dei clienti
frequentano le minori in cambio di droga

Domenica 11 Maggio 2014 di Emanuele Rossi
Baby squillo, spunta la lista dei clienti frequentano le minori in cambio di droga
Sotto la lente della procura la prima lista dei clienti abituali delle tre ragazze minorenni di Ladispoli. Il giro delle baby squillo esploso nelle ultime ore scuote l'intero litorale nord.



Una ventina sarebbero i nomi al vaglio degli inquirenti tra cui almeno quattro o cinque persone adulte che con una certa ricorrenza fissavano incontri con le giovanissime tra i 15 e i 16 anni. Risultano di età compresa tra i 18 e i 28 anni invece i ragazzi maggiorenni che entravano in contatto con Deborah (nome di fantasia) e le sue amiche con il passaparola o più facilmente attraverso i social network.



INSOSPETTABILI

Tutti gli uomini inseriti in questo elenco, forse anche figure insospettabili, ora risultano indagati dalla Procura e potrebbero essere interrogati tra una decina di giorni. Dovranno spiegare ai magistrati perché si incontravano con le minorenni che si vendevano in cambio di droga, ricariche per cellulari e anche pochi euro per poter entrare in discoteca. «Lo facevamo perché non avevamo una paghetta» oppure «perché non potevamo permetterci il cellulare» è emerso dai racconti delle ragazzine riferiti privatamente anche ad assistenti ed operatori sociali che si occupano del settore dei minori a Ladispoli. Insomma, al momento non ci sarebbero di mezzo borse griffate e vestiti costosi come avvenuto per le baby squillo dei Parioli. Neanche letti in lussuosi alberghi o appartamenti ma gli incontri avvenivano in strada, in auto, fuori dal locale o persino nel piazzale della stazione ferroviaria di Ladispoli. Come contattarle? Su Facebook, scrivendo anche messaggi direttamente nei profili creati con nomi d'arte, di fantasia forse per non destare sospetti.



IL CONTESTO

L'indagine, affidata ai carabinieri della stazione di Ladispoli che sulla vicenda continua a mantenere il massimo riserbo, è mirata ad accertare se dietro a quelle situazioni di degrado e di difficoltà familiare alle spalle delle minorenni, ci possa essere però anche un'organizzazione dedita allo sfruttamento e all'induzione della prostituzione minorile oltre che allo spaccio di sostanze stupefacenti in una fascia compresa tra Ladispoli, Cerveteri e Civitavecchia. Nelle carte degli investigatori sarebbero determinanti le segnalazioni partite dalle scuole della città, tra cui il plesso Corrado Melone ed un istituto privato, dai servizi sociali del Comune di Ladispoli e da un'operatrice culturale, Alessia Cocco.

Proprio quest’ultima, dopo aver compreso la gravità della situazione pur essendo in regime di volontariato con la cooperativa Pixi, ha attivato la sua rete di conoscenze mettendo in guardia le istituzioni riguardo la presenza di minori a rischio che utilizzavano il proprio corpo in cambio di soldi e droga. E presto gli sviluppi giudiziari potrebbero confermare o meno se il quadro emerso finora in città e in periferia sia soltanto la punta di un iceberg di un giro ancora più grosso con altre minorenni e altri clienti coinvolti.
Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 13:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA