Rieti, la bara tra i rifiuti: finalmente tolti i sacchi dal garage

Martedì 8 Dicembre 2020 di Samuele Annibaldi e Raffaella Di Claudio
La bara prima che rimuovessero i rifiuti

RIETI - Non si ferma il clamore che ruota intorno alla vicenda della bara di Tesolina Bernardini, la donna di 87 anni deceduta causa covid nella Rsa di Montebuono e il cui feretro, in attesa delle esequie, è stato trovato dai parenti nel deposito–garage della struttura, accanto a sacchi di rifiuti, alcuni speciali. La foto pubblicata in anteprima e in esclusiva da Il Messaggero, definita dai più «un colpo al cuore», con l’immagine della bara accanto a cumuli di rifiuti, ha varcato i confini regionali e suscitato sconcerto ovunque, tanto da spingere la Regione Lazio ad aprire un’indagine sul caso, con l’Asl di Rieti che, dopo un’ispezione nella struttura, ha chiesto che alla stessa venga sospeso l’accreditamento regionale. 
La pratica è ora nelle mani dell’Unità di crisi Covid della Regione, la cui decisione sulla sospensione della licenza alla Rsa “Monte Buono” è attesa nei prossimi giorni.

Intanto, nella struttura, sono finalmente stati rimosso i sacchi di rifiuti. Il sindaco del paese sabino, Claudio Antonelli, si è fatto parte diligente per trovare una soluzione definitiva. «Entro due ore – ha spiegato ieri poco prima dell’ora di pranzo - i rifiuti verranno rimossi». Così è stato, con l’operazione svolta dalla Saprodir, la ditta che si occupa della differenziata sul territorio comunale. Lo stesso sindaco ha spiegato che prima di ogni altra cosa si è dovuto verificare cosa ci fosse in quei sacchi e di quali rifiuti si trattasse, essendo la Rsa “Monte Buono” una struttura dove nei giorni scorsi si sono avuti ben 38 casi Covid tra gli ospiti, più alcuni operatori. Successivamente gli operatori della Saprodir, bardati di tutto punto ,hanno provveduto a rimuovere i sacchi presenti nel deposito esterno e ritratti con la bara. I cassonetti della Rsa sono poi stati posizionati all’esterno della struttura.

La posizione della struttura
Ieri pomeriggio, intanto, la direzione della Residenza sanitaria assistita ha ritenuto opportuno chiarire la propria posizione con una nota nella quale esprime cordoglio per la scomparsa della signora e specifica che «la salma è stata ritratta in un contesto che risulta un insulto alla nostra struttura, alla professionalità dei nostri operatori e che certamente non si addice agli otto anni della sua permanenza, caratterizzati da grande serenità». La direzione si ritiene poi del tutto estranea a quanto avvenuto nel trasporto del feretro e ha presentato un esposto ai carabinieri «affinché – si legge nella nota - sia accertata la verità ed emerga in maniera cristallina che la nostra struttura è esclusivamente parte lesa. Per noi, quanto accaduto è una ferita alla dignità della persona scomparsa, a quella dei suoi cari e alla dignità del nostro lavoro. La Rsa Monte Buono non ha nulla a che fare con il trasferimento delle salme. E’ palese un’evidente violazione delle procedure Covid, violazione dimostrata anche dalla presenza sul luogo di persone non autorizzate, presenza grave prima che il feretro sia sottoposto a disinfezione e possa raggiungere il luogo del commiato finale». La Rsa punta a prendere le distanze dalla foto e nell’esposto presentato alle autorità chiede il perché la bara stazionasse in quel punto. Attraverso le dichiarazioni del dottor Alessio Anzuini la direzione Rsa “Monte Buono”, aggiunge che «da quanto riferito ufficialmente dall’agenzia funebre, la bara ha stazionato sul carrello su esplicita richiesta di un familiare. In merito ai rifiuti, infine, e sul grave disservizio causato stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso, essendo la Rsa Monte Buono, con tutta evidenza, anche in questo caso parte lesa». 

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