RIETI - Raggiunge anche Rieti la protesta messa in atto dagli agenti di polizia penitenziaria in solidarietà dei 44 colleghi della casa circondariale "Uccella" di Santa Maria Capua Vetere, ai quali ieri è stato recapitato un avviso di garanzia dalla procura casertana, nel quale si ipotizzano reati come tortura, violenza e abuso di autorità nei confronti dei detenuti, dopo la rivolta scoppiata lo scorso 6 aprile a seguito della richiesta di misure anticontagio all'interno del carcere.
Una protesta senza sigle, quella messa in atto a Rieti, dove per oggi gli agenti della penitenziaria hanno proclamato lo stato di astensione della mensa obbligatoria di servizio all'interno della casa circondariale di Vazia: «In momenti storici come questi, il personale tutto deve essere compatto» scrive il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
Anche il carcere di Rieti, lo scorso 9 marzo, fu interessato dalla rivolta dei detenuti che, chiedendo misure anticontagio più stringenti, devastarono tre piani di uno dei bracci della casa circondariale, causando circa 2 milioni di euro di danni. Al termine della rivolta, furono poi 4 le vittime accertate tra i detenuti, forse a causa dell'abuso dei farmaci trafugati durante la rivolta.
Ultimo aggiornamento: 14:16
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Anche il carcere di Rieti, lo scorso 9 marzo, fu interessato dalla rivolta dei detenuti che, chiedendo misure anticontagio più stringenti, devastarono tre piani di uno dei bracci della casa circondariale, causando circa 2 milioni di euro di danni. Al termine della rivolta, furono poi 4 le vittime accertate tra i detenuti, forse a causa dell'abuso dei farmaci trafugati durante la rivolta.