La folle estate degli stupri/ L’umiliazione delle donne nella società senza pudore

Venerdì 1 Settembre 2017 di Marina Valensise
L'estate si fa torrida e il clima diventa incandescente, non solo per il surriscaldamento globale ma per gli ultimi allarmanti episodi di stupri.
Violenza non solo ai danni di giovani donne, sottratte al legittimo sposo con cui s’erano sdraiate nottetempo sulla spiaggia, per mettersi a guardare le stelle, com’è successo alla coppia di turisti polacchi aggredita a Rimini da un branco di energumeni la settimana scorsa. Ma anche ai danni di anziane signore, come l’ottantenne milanese violentata alle nove del mattino in una zona del Parco Nord da un tizio che le si era avvicinato con la scusa di aiutarla, e un attimo dopo avrebbe abusato di lei. Il clima torrido imperversa. A Rimini, nuovo episodio di violenza sulla spiaggia di Miramare in una zona buia dietro il Delfinario: una coppia di quarantenni di Parma, uscita da un locale in preda all’alcol è stata aggredita da un trentaquattrenne marocchino, colto sul fatto dai carabinieri e arrestato con l’accusa di violenza sessuale e estorsione. Dopo Milano, anche Bologna è teatro di impazzimento erotico da solleone: in via Dozza un ventottenne pakistano di origine, disoccupato e senza fissa dimora, è stato colto in flagrante alle due di notte coi pantaloni abbassati, mentre stava prendendo a schiaffi una donna, dopo averla molestata, afferrandola per un braccio, e trascinandola con sé dietro una siepe. Ma il clima si fa torrido anche al Sud, dove l’estate di solito è più lieve che al Nord.

In Salento, una turista diciannovenne che villeggiava alla marina di Taviano, provincia di Lecce, è stata violentata in un bungalow sul mare da un ventisettenne ubriaco perso, conosciuto giorni prima in discoteca e ora in stato di fermo. Il caldo insomma dà alla testa, ma mai come in questa estate 2017, il piacere dei sensi che s’accompagna all’estate, la libertà sessuale e la libertà dei costumi che impazza ormai in società libere come le nostre che hanno liberato le passioni, in nome del trionfo del desiderio, dopo aver calpestato e conculcato il senso del pudore, dopo aver dimesso la timidezza femminile, dimenticato e ridicolizzato l’ipocrisia vittoriana che fino a cent’anni fa negava la vita dei sensi e il richiamo della carne e tutti gli annessi e connessi, insomma mai come oggi l’edonismo occidentale è parso insidiato dalla violenza.

Il sesso libero genera violenza? E’ questa la paura che serpeggia fra i turisti in cerca di avventure fra le discoteche o nelle spiagge di Rimini.
E adesso la paura si diffonde fra le strade delle città deserte. Il sesso libero genera violenza quando viene a contatto con elementi di emarginazione, con individui soli, disperati, ai margini del consorzio civile, che forse vivono in balia dell’illusione di poter abusare impunemente del corpo delle donne, perché tutti i segnali e tutti i comportamenti sociali che hanno sotto gli occhi sembrano invitare in questo senso: la lascivia della pubblicità, la lussuria coltivata e ostentata senza tabù, la soglia del pudore che s’affievolisce ogni anno di più sino a svanire del tutto. E poi forse esiste anche un atteggiamento punitivo in chi, aggredendo e follemente umiliando le donne cosi dette liberate dei Paesi in cui sono ospiti intendono forse fare uno sfregio a una società dalla quale sono esclusi, colpendone non solo il simbolo più fragile, indifeso e vulnerabile, ma infierendo contro l’idea stessa dell’apertura libertaria tipica della società occidentale, che ha emancipato le donne e la loro libertà dei costumi.
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