PESARO - «Basta perdere tempo, l’ospedale è a Muraglia. Il presidente Acquaroli lo sa». È questa la reazione perentoria del sindaco Matteo Ricci all’orientamento preferenziale della Regione verso il sito di Case Bruciate che emerge dagli atti, da rilievi oggettivi e dalle recenti novità normative sull’adeguamento degli strumenti urbanistici per la localizzazione di strutture sanitarie.
I tre step per Pesaro
Alla pubblicazione ieri mattina dell’analisi del Corriere Adriatico sui tre step per la sanità pesarese, che preludono a un’ipotesi di riforma dell’organizzazione regionale con il ritorno alle aziende sanitarie locali secondo un impegno preso in campagna elettorale dal centrodestra, il sindaco ha reagito con un post sui social dettando la sua linea sulla sanità.
Le tre precondizioni
«Ospedale nuovo, evitiamo fraintendimenti - scrive Matteo Ricci, tornando a enunciare le condizioni preliminari che aveva posto ad agosto per un confronto costruttivo con la Regione -. Il presidente Francesco Acquaroli sa da mesi che le tre precondizioni per un eventuale accordo sono: 1) che l’ospedale nuovo si faccia velocemente a Muraglia, località scelta dai sindaci nell’Area vasta provinciale (in realtà fu scelta da Ceriscioli, i sindaci di Area vasta avevano semplicemente escluso le aree private quale era Fosso Sejore in precedenza scelta dalla Regione, ndr); 2) che il progetto sia modulare, in modo tale da non compromettere eventuali futuri ampliamenti; 3) che venga mantenuta l’azienda ospedaliera Marche Nord, precondizione per le eccellenze ospedaliere in grado di frenare la mobilità passiva».
«Sennò altro atteggiamento»
«È già stato perso un anno di tempo - ribadisce Matteo Ricci -. Se si vogliono fare le cose serie e insieme, ci possono essere le condizioni. Se invece si continuano a cambiare le carte in tavola a causa di assessori “fantasiosi”, ognuno si prende le proprie responsabilità e l’atteggiamento del sindaco di Pesaro, ovviamente, sarà costretto a cambiare». Infine, il riferimento all’informazione quotidiana. «Basta boutade sui giornali, un giorno sì e un giorno no», scrive Matteo Ricci, dimostrando di non possedere la qualità evangelica di sapere distinguere il grano dal loglio. Poi, sui social un fiume di commenti molto assortiti, con slanci di incoraggiamento e radicali critiche.