Volotea e quella scommessa vinta a Tessera

Martedì 24 Aprile 2018
Volotea e quella scommessa vinta a Tessera
ESCALATION
Nel giro di un anno Volotea ha aggiunto un milione di passeggeri movimentati dal Veneto, oggi sono 5 milioni, un terzo dei 15 milioni totali serviti dalla compagnia spagnola nata nel 2011, che aprì la sua prima base in assoluto a Venezia nel 2012.
«Un terzo della nostra clientela è fatta da persone che partono (o arrivano) dal Veneto» conferma Carlos Muñoz, presidente e fondatore della compagnia, avventura intrapresa dopo essere stato amministratore delegato di Vueling. Così oggi festeggia il settimo anno di vita della sua creatura e il sesto di presenza a Venezia.
Una compagnia, la vostra, che porta centinaia di miglia di turisti a Venezia ogni anno contribuendo ad incrementare i flussi di visitatori che assediano il centro storico.
«A Venezia dal 2012 ad oggi abbiamo trasportato 3 milioni e 253 mila passeggeri e oggi offriamo quasi 1 milione di posti con un tasso di occupazione dei velivoli tra l'85 e il 90 per cento. I nostri investimenti, però, sostengono un modello di sviluppo che promuove complessivamente il sistema turistico regionale. A 5 milioni siamo arrivati, non a caso, puntando molto anche sulla base al Catullo di Verona».
D'accordo ma dove vanno le persone, una volta arrivate nel Veneto? Volotea è una compagnia low cost nata per collegare le piccole e medie città europee, quindi i suoi passeggeri si sommano a quelli delle compagnie di linea che invece pensano alle città più importanti.
«Facciamo un passo indietro per avere una visuale più completa: il 62 per cento dei nostri passeggeri veneti partono e il 38 per cento arrivano qui. Di quel 38% un terzo viene dalla Francia, il 20% dalla Spagna, moltissimi dal sud Italia, poi Grecia, paesi dell'Est Europa e via di seguito».
E quelli che comunque arrivano a Venezia?
«Il Marco Polo non ha molto a che vedere con il turismo quanto con i luoghi del territorio dove vivono le famiglie, e non solo a Venezia, da Pordenone e Alto Adige fino a Vicenza e Verona. Ormai parliamo di una logica veneta, anche per i turisti, e le nostre basi di Venezia e Verona sono tra le più importanti in Europa per la compagnia, anche perché sono fondamentali per il sud Italia: siamo diventati, con orgoglio, il Sicilia Express con il 30% del nostro traffico».
Quando siete sbarcati a Venezia con la prima base il Marco Polo usciva da anni di fallimenti di compagnie locali e l'accoglienza del territorio fu molto scettica. Dopo 6 anni cosa vi fa pensare di averci visto giusto?
«Gli stessi motivi che ci avevano spinto a investire allora sul Marco Polo: le opportunità di mercato che vedevamo enormi e che oggi si confermano tali, e il rapporto con lo scalo: l'appoggio di Save, la società di gestione del Marco Polo, è stato ed è fondamentale, è una delle migliori partner che abbiamo mai trovato in Europa».
Progetti per varcare l'oceano e collegare anche le piccole e medie città di altri continenti?
«Abbiamo ancora tanto da fare, tante cittadine da connettere in Europa - risponde Muñoz dopo aver guardato negli occhi il suo capo della strategia, Marco Comani che è mestrino doc e gli risponde spiegando che - la compagnia ha un lavoro che ci impegnerà ancora per molti anni. Sullo stesso Veneto abbiamo programmi di ulteriore sviluppo. Quindi i voli transoceanici si svilupperanno sempre di più, perché i viaggiatori preferiscono comunque un diretto proprio come noi offriamo per le medie e piccole città europee, ma li lasciamo alle altre compagnie».
Tra Venezia e Verona avete assunto 220 dipendenti, 150 solo a Venezia dove avete 7 aerei fissi. Voi dite che il tasso di raccomandazione, non per farsi assumere ma per consigliare ad altri di volare con Volotea, è del 91%. E il tasso di soddisfazione dei dipendenti?
«Il capitale umano è la priorità numero uno, dovrebbe essere ovvio per qualsiasi azienda, in particolare per le società che offrono servizi. Per conoscere le opinioni dei passeggeri ogni anno poniamo loro cinque o sei domande e ci risponde il 12% dei contattati. Per conoscere cosa pensano dell'Azienda i dipendenti rivolgiamo loro 32 domande ogni anno e risponde il 75%. E non basta, perché io stesso incontro periodicamente di persona i lavoratori. Non significa che Volotea sia il paradiso, ci sono giorni più difficili e altri più belli ma la nostra attenzione è sempre massima».
Quindi li pagate bene?
«È un modello meritocratico, nel 2012 quando abbiamo assunto le prime professionalità, partivano con poco ma oggi tutti gli aiutanti di cabina di allora sono diventati capo cabina, e promuoviamo i nostri piloti. Chi ha cominciato con noi nel 2012, oggi ha uno stipendio più alto del 50 o 100 per cento».
Arriva l'estate, tra l'altro sembra in anticipo. Rispetto ai primi anni le notizie di cancellazioni e ritardi biblici nei periodi di alta stagione sono diminuite, come vi siete organizzati per ridurle ancora?
«Tempi di volo, flotta e lavoro: vale a dire che abbiamo reso meno stringenti i tempi, ci siamo tenuti più larghi insomma, e poi ci siamo impegnati molto sugli aerei, i nostri Boeing 717 e i nuovi Airbus 319 per mantenerli sempre al massimo dell'efficienza».
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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