Ventenne perse la vita in un incidente in tribunale due dirigenti rinviati a giudizio

Mercoledì 22 Gennaio 2020
JESOLO
Potrebbe essere stato causato dalle condizioni del manto stradale, l'incidente avvenuto nella sera del 26 marzo 2014, a seguito del quale perse la vita Emarket Marco Dragoti, allora ventenne. Il giudice per l'udienza preliminare, Stigliano Messuti ha rinviato a giudizio l'amministratore di Jesolo Patrimonio, società concessionaria del servizio di gestione e manutenzione del demanio del Comune, ed il direttore dell'area tecnica lavori pubblici ed urbanistica dello stesso ente. L'ipotesi di reato è di omicidio colposo e omicidio stradale per le condizioni dell'asfalto nel tratto stradale in cui è avvenuta la tragedia. L'udienza inizia il 9 aprile dal giudice Daniela Defazio. Marco stava rientrando a casa, percorrendo via Ca' Pirami, in sella al suo ciclomotore. All'improvviso il mezzo è sbandato verso la corsia opposta, dove in quel momento sopraggiungeva una Golf con a bordo una famiglia jesolana. Gravi le condizioni, al punto che il giovane si spense dopo cinque giorni. Inizialmente le indagini interessarono il solo conducente della Golf, concludendosi con una richiesta di archiviazione. Nell'opposizione presentata dal legale fiduciario della Giesse Risarcimento Danni (cui la famiglia di Marco si rivolse), l'avvocato Chiara Bidon, furono però evidenziate le condizioni del manto stradale. Anche questo secondo filone d'inchiesta si concluse con una richiesta di archiviazione. Di fronte ad una nuova opposizione, accompagnata da altra documentazione (dove si ravvisava, oltre all'omessa manutenzione della strada, anche la mancanza di segnaletica stradale che avvertisse del pericolo), il Gip, Marta Paccagnella, ha disposto un supplemento di indagini, giungendo a ravvisare il nesso di causa tra le condizioni della strada e l'incidente. «Siamo soddisfatti che anche in sede penale sia stata riconosciuta la validità delle tesi da noi sostenute» dicono Bruno Marusso e Ketty Tesolin, di Giesse. F.Cib.
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