Reddito di cittadinanza domande raddoppiate

Sabato 20 Luglio 2019
SAN DONÀ
Sono circa duemila le richieste di reddito e pensione di cittadinanza presentate nel Veneto orientale ai Caf, Centri di assistenza fiscale di San Donà e Portogruaro. Un numero raddoppiato rispetto all'aprile scorso. Anche se non è ancora stata avviata l'attività di riqualificazione e avviamento al lavoro che compete ai centri per l'impiego, uffici di competenza della Città metropolitana. Il reddito di cittadinanza, in particolare, si propone di migliorare l'incontro tra domanda e offerta, aumentare l'occupazione e contrastare la povertà. I richiedenti sono suddivisi in eguale numero tra San Donà e Portogruaro, l'età media è di 50 anni, persone che globalmente cercano una riqualificazione professionale. La maggioranza degli stranieri è composta da uomini che pur lavorando percepiscono redditi bassi e devono mantenere i figli e la moglie che non lavora. Il modulo, inoltre, è lo stesso per ottenere la pensione di cittadinanza, destinata agli ultra 67enni o per invalidità. Per la pensione anticipata, la cosiddetta quota cento le richieste sono circa 200, a fronte di 1800 domande presentate nella Città metropolitana.
«In questo periodo stiamo facendo parecchi documenti relativi alle variazioni del reddito di cittadinanza spiega Mauro Bonato, responsabile Caf di Cisl Venezia alcune persone hanno trovato un'occupazione anche occasionale, ad esempio legata alla stagione estiva; altre variazioni riguardano il nucleo familiare o l'acquisto di un'auto o di una casa». Ogni variazione della situazione anagrafica e lavorativa va segnalata ai Caf entro 30 giorni, per cui l'assegno può cambiare. «Abbiamo corso per essere pronti con i documenti - evidenzia Bonato - ma siamo ancora fermi per l'invio delle domande. Non è ancora stata avviata la seconda fase con i tutor che dovrebbero aiutare gli assistiti a trovare un lavoro».
DUBBI E RITARDI
Anche alla Cgil la maggioranza delle pratiche riguarda italiani ultra50enni. «Per lo più persone uscite all'ambito lavorativo o con difficoltà nel trovare un'occupazione conferma la referente di Cgil Lucia Volpato Alcuni si sono trovati con un piccolo aumento: 40 euro al mese. In altri casi ci sono state variazioni relative alla condizione lavorativa o alla composizione della famiglia. In questi casi c'è incertezza perché devono comunque spendere quanto percepito ma potrebbero essere chiamati a restituire la somma. La normativa qui non è chiara».
Davide De Bortoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci