Porto, Baretta accusa Brugnaro

Venerdì 3 Luglio 2020
Porto, Baretta accusa Brugnaro
REGOLAMENTO DI CONTI
MESTRE Adesso lo scontro si sposta sul fronte politico, con vista sulle elezioni del prossimo settembre per la guida del Comune. Dopo giorni di attesa, legati alle mosse del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, chiamata a decidere se commissariare o meno l'Autorità portuale veneziana dopo la bocciatura del bilancio 2019, il Pd scende in campo in massa. A intervenire è il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, principale avversario di Luigi Brugnaro alle elezioni: «Se il Porto dovesse essere commissariato (e mi auguro di no per il bene della città) la responsabilità più grande sarebbe del sindaco uscente». Baretta attribuisce a Brugnaro la responsabilità di avere fatto disertare anche l'ultima seduta del Comitato di gestione portuale al rappresentante della Città metropolitana Fabrizio Giri, che con Maria Rosaria Campitelli della Regione ha fatto mancare il numero legale. Una decisione «grave perché immobilizza l'attività del porto e dà un brutto segnale e una brutta immagine della città. I mercati e gli investitori si chiedono quali siano le vere intenzioni sulla ripartenza, se il Comune ferma una così rilevante attività economica del proprio territorio».
NUMERI POSITIVI
A dare manforte a Baretta intervengono anche i consiglieri regionali del Pd Bruno Pigozzo e Francesca Zottis: «La bocciatura del bilancio non ha motivazioni tecniche ma esclusivamente politiche - scrivono - Purtroppo le loro speculazioni danneggiano non solo il Porto di Venezia, ma l'economia di tutto il Veneto». A parlare, per i due consiglieri, sono i numeri del Porto, che ha chiuso il bilancio con un avanzo di amministrazione di 25 milioni e un utile di 10, ma soprattutto i verbali pubblicati dallo stesso Musolino nei quali si motiva la necessità di variare il Piano economico finanziario di Fusina per evitare danni economici all'Erario per i rapporti con la concessionaria Venice Ro Port Mos.
CONSIGLIERI CONTRARI
I rappresentanti di Regione e Città metropolitana, nell'esposto presentato in Procura sul caso, sostengono però di essere sempre stati contrari all'operazione, contestando peraltro il verbale di una seduta che non avrebbe tenuto conto delle loro posizioni. Ma Campitelli e Giri dicono anche di avere appreso solo in seguito dell'erogazione di 9 milioni a favore della società concessionaria di Fusina. Tutto materiale ora allo studio dei tecnici del Mit incaricati dal ministro De Micheli di esprimersi sul caso. Negli ambienti portuali, intanto, ci si augura che il verdetto giunga in tempi rapidi, per scongiurare la paralisi dello scalo. Dopo che ieri una nave con un carico di 1200 tonnellate di alluminio è stata costretta a fare rotta su Capodistria, per l'impossibilità di scaricare a porto Marghera a causa dei bassi fondali, ieri sono salpate per la penisola arabica dal terminal Multiservice tre enormi caldaie dal peso di 510 tonnellate ciascuna destinate a far parte di un impianto petrolifero.
Alberto Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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