Pinot Grigio trend mondiale

Mercoledì 23 Ottobre 2019
Adele Elisabetta Granieri
Passione Pino Grigio, il vino italiano più amato all'estero e contribuisce in maniera non indifferente all'export nazionale. Per la prima volta a Venezia si è tenuto un convegno dedicato al vitigno diffuso in tutto il mondo ma diventato, appunto, sopratutto simbolo dei grandi bianchi italiani.
L'iniziativa è stata promossa dal Consorzio Doc delle Venezie, la denominazione che rappresenta il 42% della produzione mondiale di questo vitigno.
La decisione di fare il punto su questa uva nasce proprio dalla constatazione che si tratta di un vitigno ormai diffuso in tutto il mondo ma diventato, grazie ad una gloriosa storia produttiva e commerciale, il vino bianco italiano per eccellenza sui mercati mondiali.
Lla conferenza ha messo a fuoco le possibili tendenze del Pinot grigio italiano e il grande potenziale rappresentato da una denominazione che ha posto al centro della propria filosofia lo Stile Italiano.
Forte di una filiera compatta sul territorio (con oltre 10.000 viticoltori e ad oggi 362 imbottigliatori), il Pinot grigio DOC delle Venezie ha tutte le carte in regola per riposizionarsi nei mercati di riferimento e affermare una nuova identità di prodotto-territorio.
 In apertura dei lavori , il saluto iniziale da parte delle Autorità rappresentative delle tre Amministrazioni di questa grande denominazione: il messaggio del Presidente Luca Zaia e gli interventi degli Assessori, Giuseppe Pan per il Veneto, Stefano Zannier per la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Mario Tonina per la Provincia Autonoma di Trento, a sostegno dell'importante progettualità che il Consorzio sta portando avanti, attraverso la partecipazione 19 consorzi di tutela coinvolti ed un'importante progettualità interregionale che coinvolge Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
 Siamo partiti -ha detto Albino Armani presidente del Consorzio- col parlare di Stile Italiano e oggi rappresentiamo qualcosa di più: un sistema che comunichi un territorio dalla forte identità. La qualità di un vino si fonda sui valori che rappresenta: la personalità espressa dal suo profilo organolettico, la sua versatilità negli abbinamenti con il cibo, il territorio e la sua storia, il saper fare, la capacità di crescere sui mercati, i brand che lo rappresentano, la sua sostenibilità economica e ambientale.
Per Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere  e coordinatore del convegno, «Questo congresso è stato una pietra miliare nella storia del Pinot grigio, un incontro di respiro internazionale, doveroso per aggiungere valore al territorio delle Venezie e al suo vino simbolo: abbiamo pubblicamente affermato il suo ruolo da protagonista nel mondo del vino italiano e non solo».
A seguire,  gli interventi dei relatori hanno tracciato gli ampi margini di crescita sui due principali mercati di riferimento, UK e USA, che oggi rappresentano oltre il 70% dell'export, dove gli operatori dichiarano di essere interessati alla proposta di un Pinot grigio di alta qualità e di forte territorialità.
A tal proposito particolarmente interessanti e incisivi gli interventi di Emma Dawson e Christy Canterbury, Master of Wine e giornaliste: «E' necessario lavorare per non essere i più economici nella lista dei vini, il Pinot grigio delle Venezie ha grandi potenzialità di crescita nel mercato purché sia in grado di raccontare una forte identità territoriale e una riconoscibilità organolettica».
 Dopo aver sottolineato che con la DOC delle Venezie parte il processo di distinzione del Pinot grigio nella sua caratterizzazione italiana di prodotto di qualità, è toccato a Flavio Innocenzi, DC Veronafiere, ricordare che «l'impegno sulle attività promozionali e di informazione deve marciare di pari passo con l'attività di tutela della denominazione stessa».
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