No ai domiciliari resta in carcere l'assassino di Maila

Giovedì 24 Gennaio 2019
No ai domiciliari resta in carcere l'assassino di Maila
CAVARZERE
Natalino Boscolo Zemello resta in carcere: la Cassazione dice no ai domiciliari e ora il suo legale gioca la carta delle perizia psichiatrica. Il 35enne che, lo scorso 8 agosto, uccise a botte la moglie Maila Beccarello, si è visto respingere la seconda richiesta di trascorrere a casa la detenzione cautelare, in attesa del processo, ma per conoscere le motivazioni della Corte servirà attendere il periodo previsto per il deposito, ovvero trenta giorni. Intanto il suo difensore, l'avvocato Andrea Zambon, ha annunciato per questa mattina il deposito della richiesta di rito abbreviato e, contestualmente, di una perizia psichiatrica dato che, «dalle indagini difensive spiega sono emersi degli accessi al Centro di salute mentale di Cavarzere da parte del mio cliente». Era stato lo stesso Natalino a chiamare i carabinieri, la notte dell'omicidio, asserendo che Maila era caduta dalle scale, ma le evidenze (le condizioni martoriate del corpo di Maila, gli schizzi di sangue fin sul soffitto, gli oggetti anch'essi insanguinati, usati contro di lei) gli sono state, subito, avverse, tanto da indurlo ad ammettere di averla picchiata. «Le ho dato solo due schiaffi e un pugno» avrebbe detto inizialmente, per poi aggiungere di aver agito d'impulso, sotto l'effetto della droga.
CUSTODIA CAUTELARE
In ogni caso, fin dal giorno del delitto, Natalino Boscolo si trova in carcere, in regime di custodia cautelare. Il suo avvocato, ancora quest'estate, aveva presentato istanza al tribunale del Riesame, per trasformare la detenzione in carcere in detenzione domiciliare, sostenendo - con un certo cinismo, si potrebbe pensare - che non sussisteva più il pericolo di reiterazione del reato. In realtà, dal punto di vista processuale, queste richieste servono ai difensori anche a prendere conoscenza delle informazioni in possesso della pubblica accusa. Sta di fatto che la richiesta venne respinta e, martedì, è stato respinto anche il ricorso in Cassazione sulla stessa istanza. Le prove nei confronti di Natalino, tuttavia, sono talmente importanti che l'esito del processo sembra scontato, al di là di qualsiasi tatticismo. Il suo stesso difensore, chiedendo il rito abbreviato, sembra voler limitare i danni: in questo modo, infatti, l'uomo avrebbe lo sconto di un terzo della pena e, in caso di ergastolo, la riduzione a trent'anni. Anche la perizia richiesta sembra andare nella direzione di una possibile attenuazione della pena se emergerà un'infermità mentale («Se totale o parziale lo dirà, eventualmente, il perito», afferma l'avvocato Zambon) di Natalino. Quanto alla data del processo, non è ancora nota. Il Pm aveva chiesto il giudizio immediato, fissando l'udienza per l'inizio di marzo, ma la presentazione, oggi, della richiesta dell'abbreviato, se accolta, farà saltare questa data.
Diego Degan
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