«Maila, bastonata e accoltellata»

Venerdì 11 Gennaio 2019
«Maila, bastonata e accoltellata»
CAVARZERE
È imminente il processo per Natalino Boscolo Zemello, l'ex pescatore trentacinquenne di Cavarzere accusato di aver ucciso la moglie Maila Beccarello, al termine dell'ennesima lite, avvenuta lo scorso agosto, nell'abitazione della coppia. Il sostituto procuratore di Venezia, Stefano Buccini, si appresta a chiudere le indagini preliminari con una richiesta di rito immediato, saltando così l'udienza preliminare, in quanto ritiene che gli elementi di prova siano tali da non porre alcun dubbio sulla responsabilità dell'uomo. Il magistrato gli contesta il reato di omicidio volontario aggravato.
I risultati della perizia eseguita dal medico legale sul corpo della vittima hanno confermato che la donna è stata oggetto di una brutale violenza, riportando gravi lesioni su tutto il corpo: costole fratturate, cranio rotto, così come il naso; tagli sulla coscia e sulla mano destra. Secondo il perito, l'uomo ha colpito Maila con un corpo contundente, forse un bastone, mentre le altre ferite sono conseguenti all'utilizzo di un coltello. Smentita l'ipotesi iniziale che il pestaggio potesse essere avvenuto a mani nude.
«BRUTALE VIOLENZA»
Risultati che smentiscono la versione fornita dall'ex pescatore durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, nel corso del quale cercò di rendere meno pesante la propria posizione raccontando di essersi limitato a schiaffeggiare la donna, la quale a suo dire era poi caduta nella doccia, sbattendo violentemente la testa. Al contrario, l'esame autoptico ha confermato l'impressionante violenza con cui Boscolo Zemello si è accanito sul corpo di Maila Beccarello, colpendola sulla testa, sul petto, sull'addome, su gambe e braccia. Colpi devastanti che hanno provocato il decesso della donna.
Nel corso dell'interrogatorio l'indagato ha raccontato di aver fatto uso di sostanze stupefacenti, ma non sarebbero stati trovati riscontri di tale circostanza.
Disoccupato da anni, l'ex pescatore stava scontando in detenzione domiciliare una condanna ad un anno e 8 mesi per tentata estorsione e violenza privata. Non poteva quindi muoversi dalla casa familiare, dove Maila aveva acconsentito di ospitarlo. Una condizione di convivenza forzata che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, aveva inasprito le tensioni nella coppia, fino alla lite fatale avvenuta nella notte tra l'8 e il 9 agosto.
LE MINACCE
I familiari e le amiche di Maila hanno riferito ai carabinieri che i pestaggi subiti dalla donna si ripetevano da anni, ma né lei né altri avevano trovato il coraggio di denunciarli alle forze dell'ordine, evidentemente impauriti dalle minacce di Boscolo Zemello. Le stesse minacce che, con molte probabilità, avevano spinto la donna ad accogliere il marito nella sua abitazione per offrirgli un luogo nel quale scontare gli arresti domiciliari.
CITAZIONE A GIUDIZIO
Nei prossimi giorni il pm Buccini chiuderà le indagini preliminari con una richiesta di rito immediato. Quindi spetterà alla difesa, rappresentata dall'avvocato Andrea Zambon, la decisione se optare per un dibattimento di fronte alla Corte d'assise con un processo abbreviato, che garantirebbe al suo assistito lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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