LA CURIOSITÀ
Da Zoldo a Londra. Sola andata per il preziosissimo Flugelaltar

Sabato 8 Agosto 2020
LA CURIOSITÀ
Da Zoldo a Londra. Sola andata per il preziosissimo Flugelaltar (altare con le ali) cinquecentesco conservato oggi al Victorian & Albert Museum di Londra. Ma come è arrivato quel meraviglioso altare ligneo opera della bottega tirolese di Posch? E soprattutto cosa collega il capolavoro conservato in Inghilterra alla chiesa di San Floriano? Il festival Arte e Musica tra Pelmo e Civetta propone una storia avvincente che attraversa cinquecento anni. E segue le vicende di un prezioso Flugelaltar di grandi dimensioni uscito dalla bottega del pittore brissinese Ruprecht Potsch destinato alla chiesa della Pieve di Zoldo e finito in uno dei maggiori di Londra. A Zoldo se n'erano perse le tracce. Poi anni di ricerche e di lavoro, sulle tracce di una scoperta che finalmente ricolloca una preziosa opera d'arte nel luogo per il quale nacque. Sei anni fa nel corso di un ricerca che riguardava l'altare di Pieve di Cadore, Marta Mazza, ex direttrice della Collezione Salce di Treviso e oggi Sovrintendente della Regione Marche si imbatte in una curiosa descrizione.
IL CASO
Proposta come cold case, la ricerca dell'altare della Pieve di Val di Zoldo restituisce il viaggio dell'altare ligneo, meravigliosa macchina intagliata con portelle. La ricerca inizia nel 2006 a Pozzale di Cadore: due sculture appoggiate su un altare laterale sembrano marmo, ma invece sono di legno. La Madonna d'Azeglio, conservata a Torino completa il mosaico: le tre figure componevano un altare ligneo. Per poter confrontare la possibile collocazione delle statue in un altare completo, le studiose arrivano a Londra. E trovano un Flugelaltar attribuito a Posch di cui si dice forse proveniente dalla chiesa di Sant'Andrea a Chiusa (Bolzano). Ma il trattamento delle sculture ricorda molto da vicino quell'altare cadorino appena restaurato dalla sovrintendenza bellunese. I documenti segnalano che tra la fine del 400 e l'inizio del 500 la bottega di Posch realizza una serie di altari con le ali per le vallate cadorine: nei documenti appare per la prima volta il nome di San Floriano. Era evidente che però in quell'altare londinese la figura di Sant'Andrea non esisteva- conferma Mazza- quindi da Londra si stavano sbagliando. Mazza si rimette a studiare alcuni documenti di Sergio Claut. Il 4 luglio 1502 l'arcivescovo di Corinto inaugura in San Floriano in Pieve di Zoldo l'altar maggiore. E' il tassello che manca. La chiesa possedeva un altare ligneo. E dunque l'altare di Londra non poteva che essere l'altare zoldano. Ma come ci è arrivato? Un'antica foto dell'archivio Besarel raffigura l'altare in un campiello veneziano. Besarel, zoldano, era un imprenditore d'arte di successo. Ed è probabilmente lui il trait d'union per l'uscita dell'altare da Pieve e l'arrivo a Venezia. E di qui, a Londra, acquistato legittimamente nel 1866.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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