L'OMAGGIO
Ti dico due nomi: Nebraska Jim, Sergio Corbucci. Nebraska Jim? Sergio

Giovedì 9 Settembre 2021
L'OMAGGIO
Ti dico due nomi: Nebraska Jim, Sergio Corbucci. Nebraska Jim? Sergio Corbucci?. Corbucci è il secondo miglior regista di spaghetti western e grazie a me ha deciso di far fare a te il suo prossimo film: Nebraska Jim. È il dialogo tra Al Pacino e Leonardo Di Caprio in C'era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino, autore che non ha mai nascosto di avere per il regista italiano una vera passione, tanto che già al suo esordio nel 1992 con Le iene ricostruisce una intera sequenza di Django girato nel 1966 da Corbucci.
«Quando ci siamo messi in contatto con Tarantino racconta Steve Della Casa, coautore assieme a Luca Rea del documentario Django & Django sapevamo certo della sua passione per Corbucci, ma non pensavamo che avesse un'intera risma di appunti sul regista: voleva farne un libro. Quel che però bisogna dire è che Tarantino non ha mai messo in scena nei suoi film la semplice nostalgia per un certo cinema del passato, ma ne ha rispetto, lo riprende e lo rimodella modernamente. Ne fa un omaggio creativo».
L'ALTRA MEDAGLIA
Corbucci appartiene a quel che, con ironia, Luca Rea definisce il lato B del cinema italiano, un cinema popolare che tuttavia non nascondeva temi importanti come la rivoluzione, la difesa dei più deboli, il cinismo dei forti e dei potenti.
«Nel 1966, avevo ventiquattro anni quando Sergio mi chiamò a interpretare Django lanciandomi come attore racconta Franco Nero e capivo poco, ma poi mi sono reso conto che i suoi western avevano una seconda lettura più politica e su temi rilevanti. Nei suoi film non esiste l'eroe, casomai l'eroe è il cattivo, ma i veri eroi erano i deboli. Sergio era un genio del cinema popolare ed era un uomo di grande ironia. Un giorno sul set mi disse: Franco quanti ne uccidiamo oggi? Trenta, cinquanta?, perché nei suoi film si moriva alla grande. Devo molto a Corbucci che diceva John Ford ha John Wayne; io ho Franco Nero».
Il film di Rea, oltre alle testimonianze di Tarantino e di Ruggero Deodato (aiuto regista per Django), monta materiali inediti, super otto, brani di film che ci riportano ad un'epoca, gli anni Sessanta in cui al cinema andavano 800 milioni di spettatori ogni anno (oggi sono dieci volte meno) a vedere film come Navajo Joe, Vamos a matar compañeros, I figli di Spartacus, Massacro al Grande Canyon, tutti girati da Corbucci con budget modesti, ma con grande senso del cinema. «Abbiamo voluto raccontare un'epoca senza incorrere nella nostalgia sostiene Rea - ma con affetto e con lo stesso senso del divertimento e dell'ironia che è caratteristico dei due registi che il film omaggia».
Giuseppe Ghigi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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