L'Architettura libera lo spazio

Giovedì 24 Maggio 2018
L'Architettura libera lo spazio
L'INAUGURAZIONE
L'immagine simbolo, con ogni probabilità, sarà quella di Paolo Baratta, presidente della Biennale, che spunta fuori come un folletto dal cordame fissato all'ingresso - come una porta mobile e libera - delle Corderie dell'Arsenale. Così, il numero uno della Fondazione ha dato il via alla Mostra d'architettura. Insieme a lui le due curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara, un po' stordite dalla ressa di fotografi e giornalisti che si accalcano all'entrata.
OLTRE IL CORDAME
Un salto al di là del cordame e il panorama che si apre è straordinario, colorato di ambra, di nero, di luci soffuse e di fari abbaglianti; di venature rossastre e giochi di installazione. Agli occhi curiosi del visitatore si aprono così i 330 metri del lungo corridoio delle Corderie che, in omaggio al tema della mostra FreeSpace, spazio libero, è stato completamente liberato consentendo così di apprezzare, esclusivamente sui lati, le opere in mostra. Insomma, sarà comunque un percorso a zig zag, ma contraddistinto da una corsia al centro scandita da un lato dal sistema metrico decimale, dall'altro dal passo veneziano, la misurazione usata dalla Serenissima. Antico e moderno che corrono lungo le Corderie. E quello che si può ammirare è il mondo che si affaccia alla Biennale. E non solo dal basso, lungo la corsia metrica, ma anche attraverso i soffitti con la riproduzione di numeri e lettere che spuntano dalle capriate.
LO SPAZIO LIBERO
Baratta e le due curatrici vanno a passo leggero, si spostano di qua e di là. Danno un'occhiata ai plastici distribuiti a destra e a manca; salutano gli artisti vicino alle loro installazioni. Di fronte ad una sorta di grande capanna di bambù intrecciato, in rappresentanza dell'Indonesia dal titolo La saggezza del futuro, Baratta e le due curatrici, si fermano a toccare i materiali. Poco più avanti si bloccano e si siedono su un gradino, come se fossero seduti al parco. È la libertà di decidere, la libertà di governare gli spazi liberi e di immergersene, affrancandosi dalle costrizioni. Che in architettura, soprattutto in certe composizioni o in certi progetti sono ben presenti e influenti. Un viaggio che è anche sensoriale quando si passa dalla semi-oscurità delle Corderie e dal gioco di luci e colori agli ambienti freddi della Groenlandia. L'immagine gelida con pareti bianche e neon coinvolge Baratta e il duo Farrell e MacNamara e il loro seguito. Una sensazione che però dà il senso degli spazi aperti. E ancora i singoli Padiglioni che si aprono ai lati delle Corderie.
LUOGHI RINNOVATI
E sempre alle Corderie tocca a Baratta raccontare anche le novità che coinvolgono questa XVI Biennale Architettura. E lo fa nella rinascimentale Sala delle Bombarde in occasione di uno straordinario restauro conservativo che ha permesso di rinnovare anche il bar-caffetteria con un grande bancone circolare al centro e un pavimento in coccio veneziano. I lavori - per alcuni milioni di euro - sono stati finanziati dal Governo attraverso il ministero per i Beni culturali. Con questo intervento è stato quasi completato il restauro dei 40 mila metri del compendio dell'Arsenale assegnato alla Fondazione Biennale di Venezia.
TESE E GIARDINI DI CASTELLO
E proprio per suggellare il percorso, l'ultimo passaggio con le curatrici viene fatto costeggiando l'edificio delle Sale d'armi restaurato un paio di anni fa in occasione della Biennale d'arte, per arrivare fino alla zona delle Gagiandre, a due passi dal Padiglione Italia, per dare un'occhiata alla rinnovata sala del Teatro alle Tese, quello stesso che da anni ospita il quartier generale della stampa nazionale e internazionale. Il viaggio di Baratta e delle due curatrici è terminato qui. Ma in realtà, la Biennale Architettura è anche ai Giardini di Castello dove, oltre al Padiglione Italia che riunisce plastici e progetti di artisti di tutto il mondo, vi è spazio anche per i tradizionali Padiglioni nazionali. Qui, di spicco c'è la ricerca autonoma delle singole nazioni: dal legno profumato della Finlandia agli spazi liberi (completamente vuoti) della Gran Bretagna che ha immaginato una «Isola» costruendo una terrazza sulla sommità del padiglione storico che consente di vedere un panorama mozzafiato come quelle del Bacino di San Marco. Oggi secondo giorno di vernice con il presidente Baratta e le curatrici al Teatro Arsenale per il consueto incontro con gli esperti e i giornalisti. Sarà l'occasione per raccontare, ancora una volta, obiettivi e scopi, di FreeSpace, quando la libertà incontra l'architettura.
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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