IL LIBRO
Ci si pone una domanda fondamentale, non nuova ma sempre perfettibile

Giovedì 20 Giugno 2019
IL LIBRO
Ci si pone una domanda fondamentale, non nuova ma sempre perfettibile di sfumature, al termine della lettura de La logica della mantide (LiS Edizioni), sentito romanzo di Pierluca Donin: quanto influisce l'opinione pubblica e il pensiero corrente, soprattutto in epoca del movimento Me Too e di demonizzazioni che imperversano nei social network, nel giudicare una vicenda umana e giudiziaria che sovverte le aspettative collettive? Tribunali e talvolta, purtroppo, organi di stampa, possono realmente considerarsi equilibrati nel trattare e giudicare correttamente una realtà scomoda da accettare? Con ampi risvolti autobiografici, l'autore - noto organizzatore culturale nato a Chioggia - racconta con coraggio un caso rivelatosi poi falso (definitiva è stata la sentenza del tribunale) di maltrattamento di moglie e figlia.
DALLA CRONACA
La logica della mantide è un romanzo ben scritto, che cela una storia dura con suggestiva ambientazione clodiense, perno la complessa figura femminile di Katrina, attrice originaria dell'Est. Che si rivela una mantide, capace cioè di assorbire quanto può dagli altri, per poi abbandonarli senza più interesse, passando alla prossima vittima. Inscenando con tranquilla lucidità e senza alcun senso di colpa maltrattamenti mai avvenuti, cui seguono fughe con la figlia: figura che il protagonista Piero cercherà di contattare tramite un resoconto scritto consegnato ad un amico stampatore. All'amata e contesa figlia Elsa il compito, dopo la dolorosa scoperta della verità, di affrontare la madre: il dialogo, connotato da esemplare freddezza, rimane tra le testimonianze più chiarificatrici del testo. In copertina i bei decisi tratti del volto dell'attrice Caterina Murino, e non a caso: il noto regista e drammaturgo Giancarlo Marinelli lesse un testo pervenutogli dallo stesso Donin, e ne trasse una pièce, L'idea di ucciderti, sul palco proprio la Murino e Fabio Sartor. Al successo di pubblico si sommarono polemiche, le stesse che non mancheranno alla lettura del libro, pubblicato dopo un percorso in salita: «Non considerate queste pagine il tentativo di ribaltare il femminicidio - avverte proprio Marinelli nella prefazione - fareste l'errore madornale di molti editori che, leggendolo, han preso paura». Chiarisce definitivamente Donin, consapevole che la verità paga sempre: «L'assoluzione finale con formula piena non era scontata, in questo fastidioso periodo storico dove donne che chiedono indipendenza vengono maltrattate sul serio; il mio pensiero va a loro, e a quanto più faticoso potrà essere denunciare dopo una sentenza come la mia Lo scrissi in un post e ricevetti percentualmente molti più like dalle donne. Incredibile».
Riccardo Petito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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