IL CASO
VENEZIA «Verità, solo verità», questo chiedono Salvatore

Giovedì 26 Novembre 2020
IL CASO VENEZIA «Verità, solo verità», questo chiedono Salvatore
IL CASO
VENEZIA «Verità, solo verità», questo chiedono Salvatore Trovato Mazza e Caterina Martino ora che respingendo la richiesta di archiviazione della procura, il gip Barbara Lancieri ha ordinato nuove indagini sulla morte di Maria Teresa Trovato Mazza, per tutti Sissy, l'agente di polizia penitenziaria del carcere femminile della Giudecca, a Venezia, morta il 12 gennaio dopo due anni di coma dovuti ad un colpo di pistola esploso mentre si trovava in un ascensore dell'ospedale Civile di Venezia, domenica 1 novembre 2016. Per la procura si tratta di suicidio. Il gip ha però chiesto due approfondimenti, partendo dalla ricerca di chi aveva denunciato delle violenze su Sissy e concludendo con una verifica della dinamica dello sparonell'ascensore del Civile.
I GENITORI
«Abbiamo chiesto fin da subito di capire come fossero andate le cose. Bisognava rintracciare la persona che ha visto per prima mia figlia quando è entrata in ospedale - dice la mamma di Sissy, Caterina - Mi fa rabbia tutto. Non hanno tenuto in considerazione che Sissy ha litigato con due colleghe che l'hanno pestata i giorni prima. Nessuno si deve permettere di dire che Sissy ha fatto un gesto del genere», il suicidio. «È tutto strano - continua - il gip però ora dice che le cose non sono andate come pensa la procura. E mi chiedo ancora perché non sia stata operata immediatamente, si doveva tentare subito. I colpi di pistola mia figlia li ha dietro la nuca. Non so cosa c'è sotto ma devono finirla e adesso devono fare le indagini. Gli unici problemi Sissy li ha avuti dentro il carcere. Mi stanno continuando ad ammazzare giorno per giorno».
«Ringrazio a cuore aperto il gip - fa eco Salvatore Tovato Mazza, papà di Sissy - dovrebbero solo fare indagini semplici a partire da quella mattina, devono cercare la donna che nel video si vede avvicinarsi e poi allontanarsi dall'ascensore: non l'hanno interrogata, non le hanno fatto dire nulla. Ripetiamo a lei il nostro appello di farsi avanti e andare a dire cos'ha visto e sentito quella mattina in ospedale. Sembra tutto così semplice, poi complicano il mondo perché devono entrare nella versione del suicidio ma Sissy non si è suicidata e lo stiamo dimostrando. Ringraziamo i tecnici, gli avvocati e la dottoressa Lancieri che ha tenuto questa linea per andare avanti a cercare la verità su cos'è successo a Sissy».
IL PROVVEDIMENTO
I due accertamenti supplementari sono stati disposti per avere risposte ai quesiti della famiglia sui punti evidenziati dallo stesso gip: sentire una collega di Sissy che dice di sapere chi sia stato a tendere una trappola in ospedale a Sissy e ucciderla e poi verificare quanto sostenuto dai consulenti della difesa secondo cui dentro l'ascensore c'era anche l'assassino e a dimostrarlo è l'assenza di macchie nell'angolo destro della cabina. L'ordinanza del gip, però, parte da una premessa: alcuni accertamenti non sono stati possibili perché i soccorsi hanno cancellato alcuni elementi, mentre altri (come le foto della cabina) non sono stati raccolti e sono ora difficili da verificare.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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