Gli italiani promuovono il governo in questa crisi imprevista: lo evidenzia Demos,

Martedì 7 Aprile 2020
Gli italiani promuovono il governo in questa crisi imprevista: lo evidenzia Demos, che mostra dati importanti a sostegno del Premier e del suo esecutivo, i quali sarebbero promossi dal 71%; lo conferma, con dati un po' inferiori, Ipsos, che assegna a Conte un gradimento del 61% e al governo del 56%. Possono sorprenderci i numeri, oggettivamente molto elevati e con pochi precedenti nella storia repubblicana, ma non deve sorprenderci il principio: quella di riunirsi attorno a chi governa è una reazione emotiva molto frequente nei momenti di crisi. Il governo Conte non sembra infatti l'unico ad essere premiato in questo frangente: il suo omologo britannico Boris Johnson gode al momento dell'apprezzamento del 72% dei cittadini, mentre Angela Merkel vola ancora più alto, arrivando al 79%. Anche chi, come i più divisivi Trump e Macron, non riesce a convincere e rasserenare la maggioranza dei cittadini, gode comunque di una crescita del proprio gradimento personale nella popolazione: secondo la media di RealClearPolitics, il primo è passato da un gradimento del 44% al 47% in due settimane, il secondo ha guadagnato undici punti arrivando, per l'istituto Ifop, al 43%. Il clima di maggiore fiducia nelle istituzioni è quindi diffuso, e pur con diverse gradazioni si estende rapidamente anche oltre i confini italiani. È però, come dicevamo, una reazione istintiva, emotiva, una speranza che ci porta ad aggiungere credito a chi è costretto dalla storia a prendere decisioni senza precedenti. Non è una fiducia incondizionata, per il semplice fatto che i tempi attuali, caratterizzati da una volatilità del consenso senza precedenti, sono incompatibili con una cristallizzazione dei consensi. Giuseppe Conte e il suo governo devono essere felici di questi numeri: anche se sono in buona compagnia in Europa, i consensi dell'esecutivo italiano sono tra i più elevati. Vengono premiati l'approccio non ideologico del premier e le misure restrittive prese, che raccolgono un consenso quasi unanime tra gli italiani. Tuttavia, non appena sarà passata la fase più emergenziale - speriamo il prima possibile -, la reazione dei cittadini all'operato del governo da emotiva diventerà più razionale e, soprattutto, politica. Le opposizioni saranno più libere di opporsi e di politicizzare le scelte, polarizzando a cascata gli orientamenti degli elettori. I quali, una volta più sereni, torneranno a giudicare con maggiore razionalità, guardando anche al proprio portafoglio. Ciò non significa che il consenso al governo crollerà. Significa però che, per rimanere apprezzati, Conte e i ministri dovranno mostrarsi in grado di gestire qualcosa che va oltre l'emergenza sanitaria: dovranno dare una visione. Una prospettiva di lungo respiro, che unisca economia e sanità. Permettetemi il gioco di parole: oggi siamo concentrati sull'oggi. Domani, non potremo più permettercelo. Ci sarà bisogno di risposte sui tempi e i modi della riapertura e del rilancio economico: senza frenesie, ma con un progetto serio, che guardi contemporaneamente alle imprese e ai lavoratori più marginali. Ci sarà bisogno di pianificare un intervento sanitario pronto nell'eventualità che l'emergenza Covid-19 si ripresenti in autunno. Ci sarà bisogno di una discussione autorevole in Europa, per avere maggiori garanzie. L'esecutivo guidato da Conte, quindi, viene promosso nettamente al primo giro di boa di questa crisi, ma la strada è ancora lunga: per gli italiani, e per il governo.
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