Caso Rizzetto, il tribunale nega la riesumazione

Sabato 27 Gennaio 2018
Caso Rizzetto, il tribunale nega la riesumazione
PORTOGRUARO
«Vogliamo sapere se nostro figlio ha sofferto prima di morire»: la famiglia di Marco Rizzetto chiede la riesumazione della salma, il Tribunale non l'autorizza.
La scelta era stata sofferta, ma alla fine, pur di fare finalmente chiarezza su una tragedia ancora avvolta nel mistero, i genitori e il fratello di Marco avevavo deciso di chiedere la riesumazione della salma per sottoporla a un esame specifico: una Tac total body in grado di individuare anche piccole lesioni, un passaggio importante visto che all'epoca non era stata eseguita l'autopsia. Si erano offerti di pagare tutti i costi delle operazioni. E invece dal Palazzo di giustizia di Pordenone è arrivato un secco no.
LA VICENDA
La vicenda che ha strappato ai suoi cari, a soli 23 anni, il giovane di Portogruaro è tristemente nota. La sera del 2 maggio 2014 Marco va a provare nella zona industriale East Gate della vicina Fossalta la sua Ford Fiesta, che gli dà delle noie. Procede per la sua strada con diritto di precedenza, quando viene travolto da una VW Passat. La guida Rosanna Tabino, 47enne di Ronchis (Ud), che ha al suo fianco Daniele Colautto, 57 anni, pure lui di Ronchis (che però si allontana dal luogo dell'incidente: la sua presenza sarà scoperta solo dopo dagli inquirenti). La Tabino non avverte il 118 ma chiama il proprio medico, Angela Scibetta, 50, di Ronchis, che si porta sul piazzale, assiste la conoscente (che si è rotta una caviglia), dà un'occhiata alla Ford nel cui abitacolo è rimasto il Rizzetto, apparentemente privo di vita, e solo a quel punto contatta i soccorsi. Soccorsi che in questa maniera giungono tardi rispetto al sinistro e che forse potevano salvare il figlio, secondo Giorgio Rizzetto, che, tramite il proprio avvocato, denuncia tutti anche per omissione di soccorso. Per omicidio colposo la Tabino ha patteggiato 21 mesi. Per quanto riguarda l'omissione il pm della Procura di Pordenone ha sempre chiesto l'archiviazione sulla base della presunzione che il 23enne sia morto sul colpo. I congiunti, di fronte all'angosciante dubbio se Marco potesse essere salvato se assistito in tempo, il 6 dicembre scorso, hanno chiesto di riesumare il corpo per sottoporlo alla speciale Tac che potrebbe appurare se si è spento subito o no. Secondo il giudice del Tribunale di Pordenone - spiegano dallo Studio 3A cui si sono rivolti i Rizzetto - lo strumento investigativo non appare utile'.
Marco Corazza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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