BURANO
«Siete bravi, vi ammiro sempre, ma mi dispiace questa cosa che mi

Mercoledì 22 Dicembre 2021
BURANO «Siete bravi, vi ammiro sempre, ma mi dispiace questa cosa che mi
BURANO
«Siete bravi, vi ammiro sempre, ma mi dispiace questa cosa che mi battete per dieci anni»: Arrigo Cipriani affezionato alle trattorie vere, quelle con il cuore e l'anima, e possibilmente senza stelle - è il loro primo ammiratore, ma con Romano perde la sfida della longevità (101 anni per la storica trattoria di Burano, 90 per il mitico Harry's Bar) e un po' gli secca. Sono giorni di celebrazione nella splendida isola veneziana, l'isola dei colori e del merletto, dei pescatori e degli artisti. Infatti Romano festeggia, con un anno di ritardo, il centenario dalla fondazione: «Festeggiamo i 100+1 - puntualizza Gigi Seno, direttore del locale, marito di Rossella, la nipote del fondatore, Romano Barbaro, alla guida di una brigata di famiglia che comprende Anna, Renzo e Luca, la quarta generazione visto che fra una cosa e l'altra lanno scorso non c'era molto da stare allegri».
Fra il Covid e la scomparsa di nonna Linda, che a 88 anni era ancora la colonna della cucina, la fatidica data è scivolata via quasi inosservata, senza lasciare traccia, se non nel cuore di chi questa strada la percorre tutti i giorni e questa storia la scrive anno dopo anno. Ma adesso, anche se la pandemia continua a tormentare e la malinconia per l'addio è un'inseparabile compagna di viaggio, è il momento di raccontare a chi non la conosce la fiaba di un luogo che è anche, certo, una trattoria, ma che è soprattutto il racconto di una Venezia che non c'è quasi più, nella quale il senso dell'amicizia, dell'accoglienza e della solidarietà erano forti e profondi, come l'amore per questa isola dolcissima e un po' fuori dal tempo e dal mondo.
E che però vive nei libri, nei quaderni, nelle parole, nei gesti, nei sorrisi di chi l'ha frequentata. Perché, ovvio, qui si viene per mangiare, ma forse ancora di più per immergersi dentro la poesia dei ricordi, delle opere che ritraggono la Venezia di un tempo, testimonianza di quando gli artisti lasciavano un quadro in cambio dell'accoglienza e di qualche pasto, trasformandola in un crocevia delle correnti artistiche e culturali del secolo scorso. E, così, farsi dolcemente sopraffare dalla magia di un luogo unico e immortale.
I cento (più uno) anni di Romano sono tutti dentro le 98 opere (fra le 450 della collezione di famiglia) scelte e prelevate dal ristorante e protagoniste di una suggestiva ed emozionante mostra curata dall'ex direttore della Fondazione Musei civici veneziani Giandomenico Romanelli e da Pascaline Vatin, francese naturalizzata veneziana, e inaugurata una settimana fa alla Fondazione Querini Stampalia: «Di mostre ne ho allestite tantissime, ma questa è una di quelle che mi hanno coinvolto ed emozionato di più» ha confessato Romanelli. «Ci hanno svuotato» dice sorridendo ma orgoglioso Gigi Seno. Compresi i 25 quaderni con i ricordi, i disegni, le dediche e le firme delle centinaia di personaggi (artisti, musicisti, attori, politici, sportivi, o semplicemente amici) che in un secolo hanno lasciato una foto, un apprezzamento, una parola di affetto e che per la prima volta sono uscite da Burano e si possono ammirare dal vivo e sfogliare in formato digitale.
Un vanto anche per l'isola che ieri la famiglia di Romano ha voluto riunire attorno ai suoi tavoli, invitando a pranzo novanta fra collaboratori e fornitori: «Volevamo passare una giornata assieme agli amici di Burano, non una festa ma un convivio, ed è stato toccante. Noi abbiamo preparato gli antipasti, l'immancabile risotto di gò, la frittura mista e il nostro pasticcere ha realizzato una meringata, un altro dei simboli della nostra cucina, con la scritta 100 e un disegno dell'isola fatto con lo zucchero».
Ognuno dei partecipanti è arrivato con un regalo, chi piante, chi i bussolai, chi un nuovo quaderno da riempire e ognuno ha scritto un ricordo nel 26. libro, da poco inaugurato da Catherine Deneuve: E' stata dura convincerla a farsi fotografare con noi, ma alla fine l'abbiamo spuntata.
A tutti i partecipanti, la famiglia ha regalato il catalogo della mostra. Che in fondo non è altro che la storia struggente di quest'isola bella e difficile, romantica e incantevole.
Claudio De Min
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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