Banchetti, l'80 per cento è dei bengalesi

Sabato 24 Settembre 2016 di Pochi i veneziani rimasti, gli altri hanno ceduto "l'azienda". E non gradiscono le nuove strutture
«Io sentire che cambiare plateatici nel 2017». Questa è la frase ricorrente dei gestori di bancarelle davanti alla proposta del Comune di nuove strutture per souvenir, alimentari e ortofrutta. I gestori interpellati non sono sgrammaticati, ma cingalesi che parlano appena l'italiano, dal momento che rappresentano ormai l'80 per cento del personale ai banchi e ai chioschi, spesso in gestione d'affitto da privati veneziani o da aziende comunque locali.
Dai pochi veneziani invece emerge il sospetto di una sorta di "ricatto" innanzi alla legge europea Bolkestein, che dovrebbe rimettere ordine alle licenze di vendita su suolo pubblico. Temono che in Comune qualcuno dica loro: «O accettate le nuove metrature oppure niente rinnovo della licenza». Le strutture proposte, infatti, riducono notevolmente le attuali misure, ma soprattutto diminuiscono l'estensione delle tende, tramutate in tendalini leggeri, alti 2 metri e 88 centimetri, tali da coprire una superficie di 2 metri e 30.
«È un'assurdità - commentano dal mercatino di campo Bella Vienna, a Rialto - le tende non servono solo per la pioggia, ma anche per riparare la merce dal sole. Anche con coperture più grandi spesso ci tocca buttare via magliette ingiallite. Poi bisogna considerare che si sono cercati magazzini adatti ad ospitare la struttura di notte. Bisognerebbe guardare caso per caso e non prevedere soluzioni di un unico tipo». Il campo Bella Vienna ci sono 13 banchi di souvenir, di cui 4 gestiti da cingalesi. «Luigi Brugnaro è venuto qui per chiederci i voti - commentano dai banchetti prospicienti la stazione ferroviaria - poi non lo abbiamo più visto. Torni da noi che ci parliamo un momento. Invece di prendere esame le metrature, bisognerebbe considerare chi vende la nostra stessa merce, come gli abusivi e gli edicolanti. Fra Bolkestain, multe e riduzione di strutture, invece di aiutare chi paga plateatici e tasse continuano a vessarci. Se Comune e Soprintendenza ci trovano e ci pagano strutture e magazzini, se ne può parlare».
Ai "Sabbioni", in Lista di Spagna, ci sono 12 banchi, solo 3 sono gestiti da veneziani. «Continuano a venire assessori e agenti di polizia municipale - raccontano i venditori - Proprio il Comune, nel 1968, ha promosso la nostra attuale sistemazione, additandola come estremamente positiva, per cui pensiamo di essere a posto. D'altronde Confcommercio ci ha detto che queste proposte sono state avanzate dal Comune negli ultimi 5 minuti della conferenza di servizi e che, per ora, sono aleatorie».
Permane il banchetto addossato al palazzo della Regione, in Lista di Spagna: doveva essere provvisorio, ma da almeno 5 anni non è stato più rimosso. Dicono essere di proprietà di una persona che ne ha un altro ai Sabbioni ed anche questo è gestito da un cingalese.
In campo San Geremia i banchetti sono 3, tutti gestiti da cingalesi, e ieri, dopo la divulgazione de Il Gazzettino in merito agli ambulanti, erano tutti ristretti, senza merce a sforare i limiti. «Ci sta bene tutto - dice uno di loro - ma suggerisco strutture a chiosco, circolari. Proteggono meglio la merce dal vento e dalle intemperie». Gli ortofrutta al mercato di Rialto sono 12, per più della metà cingalesi. «Quando dovere cambiare? Io non capire». E domande e risposte finiscono lì.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci