Audio-choc, riesplode il caso vigili

Martedì 2 Aprile 2019
Audio-choc, riesplode il caso vigili
MIRA
La trasmissione Le Iene dedica un servizio al caso dei presunti abusi dei vigili urbani di Mira, e il video diventa in breve tempo virale, attirando commenti e post di ogni genere. Il tema, da tempo all'attenzione dell'opinione pubblica di Mira, è quello dei presunti abusi da parte di un vigile urbano nei confronti di un ragazzo di 23 anni, sentito come persona informata sui fatti. La iena Luigi Pelazza, nel servizio, ha mandato in onda la registrazione del colloquio con il giovane, lo scorso 30 novembre, con le domande contornate anche da minacce verbali da parte dell'agente: Come sei messo con la droga? Una volta sola ti faccio la domanda. Te lo dico, qua tu vai via gambizzato! Ti segnalo al Sert E non penso tu abbia piacere di perdere la patente e il posto di lavoro, sono alcune delle frasi riportate nella registrazione. Metodi con i quali l'agente intendeva probabilmente carpire informazioni su un possibile traffico di droga. Lo stesso vigile urbano, al quale la trasmissione televisiva di Italia 1 ha affibbiato il soprannome di sceriffo, avrebbe utilizzato metodi discutibili anche nei confronti di altri due giovani, intervistati dalla iena Pelazza, il primo fermato fuori dal cimitero poco dopo la visita alla tomba della madre e il secondo mentre rientrava dalla spesa insieme alla compagna, e sul quale il vigile avrebbe utilizzato anche lo spray urticante.
LE SPIEGAZIONI
Nella puntata andata in onda domenica in tarda serata Pelazza cerca di intervistare e di chiedere spiegazioni sul comportamento dall'agente sceriffo anche al comandante della polizia municipale di Mira Mauro Rizzi, che però, per regolamento comunale adottato dalla precedente amministrazione comunale, non è autorizzato a parlare con la stampa, ma si presta a far esplorare alla Iena il comando di polizia alla ricerca del vigile. Pelazza a fine puntata è riuscito comunque a comunicare telefonicamente con l'agente, che, sentendosi offeso per essere stato apostrofato come mela marcia, non ha accettato l'intervista riservandosi di parlare solo davanti al giudice. A sollevare il caso era stato l'avvocato Matteo D'Angelo, parente e legale del ventitreenne che registrò l'interrogatorio trasmesso dalle Iene e già presidente, su indicazione del sindaco Marco Dori, della Commissione Pari opportunità dalla quale si è dimesso dopo aver presentato l'esposto denuncia contro il vigile. D'Angelo ora è anche il promotore del Comitato Presi di Mira che raccoglie segnalazioni in merito all'attività della polizia municipale. La vicenda dei presunti abusi è stata discussa in consiglio comunale su richiesta delle consigliere all'opposizione Lavinia Vivian e Marta Marcato, che avevano presentato un'interpellanza al sindaco, e poi in due sedute, a porte chiuse, della commissione consigliare Affari generali, la cui relazione conclusiva non è mai stata resa pubblica. Commissione che però non ha potuto esaminare la vicenda oggetto dell'esposto-denuncia poiché è argomento d'indagine della magistratura.
IL COMITATO
L'avvocato Matteo D'Angelo dopo la trasmissione annuncia di non voler intervenire più sulla vicenda se non per «parlare davanti ad un giudice». Chi invece non abbassa la guardia è il Comitato Presi di Mira: «Siamo a conoscenza di fatti che faranno drizzare i capelli, fatti che man mano si stanno portando a conoscenza degli inquirenti. Noi non sappiamo se siano tutti veri e non è compito nostro appurarlo, ma sono molto gravi». Enrico Carlotto, ex consigliere comunale di An ed esponente di Nova Mira avverte: «Il servizio delle Iene non ha fatto altro che confermare una situazione incresciosa che vegeta ormai da tempo, nel corpo della Polizia municipale. Nei prossimi giorni, organizzeremo un gazebo in Piazza Municipio per una raccolta firme per l'allontanamento del vigile-sceriffo».
Il comando di polizia municipale di Mira è impegnato nel contrasto allo spaccio di droga e nei mesi scorsi è stato anche elogiato per l'importante lavoro di intelligence svolto nell'ambito dell'inchiesta Indoor, che ha portato a smantellare una banda che trafficava marijuana e hashish tra la Spagna, il Veneziano e le province vicine.
Luisa Giantin
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