Artigiani, un Carnevale da incubo

Giovedì 26 Febbraio 2015
Per gli artigiani veneziani il Carnevale è stato un incubo. Insomma, un periodo da dimenticare. Ne sanno qualcosa i soci della Confartigianato di Venezia che, dopo un'attenta analisi sui dati raccolti in 69 aziende del centro storico nel periodo delle feste carnascialesche, ha verificato che vi è stata una pesante flessione negli acquisti.
Complessivamente, la Confartigianato veneziana ha registrato ben il 25 per cento in meno negli incassi da parte di alcune categorie di artigiani (parrucchieri, pizze al taglio, carta, negozi di maschere, vetro a lume, bigiotteria/oggettistica, costumi/atelier). Un andamento che gli artigiani veneziani giudicano tra il "sufficiente" e il "negativo". Secondo rapidi calcoli da parte della Confartigianato, lo scontrino medio per acquisto si è fermato a quota 15,81 euro con un livello medio di acquisto tra il "medio" e il "basso". E poco è servita anche la concomitanza con la celebrazione di San Valentino che ha consentito agli artigiani qualche maggiore incasso, ma al di là della data del 14 febbraio, la Confartigianato vede come fumo negli occhi il cosiddetto "prolungamento" del Carnevale anche in più week-end. «A nostro avviso - sottolinea in una nota l'associazione degli artigiani - alla base del periodo negativo ci sono più elementi: la concorrenza sleale con il prodotto d'importazione cinese e riteniamo indispensabile bloccare le concessioni di licenze per "prodotti spazzatura"; l'allarmismo dei media sull'emergenza terrorismo; la scarsa pubblicità per gli eventi comunali sul Carnevale e infine il dato generale sulla crisi economica».
Insomma una situazione difficile. «Ho parlato con alcuni artigiani - sottolinea il presidente di Confartigianato, Gilberto Dal Corso - è qualcuno ha fatto anche il 40 per cento di vendite in meno rispetto all'anno scorso. Credo che il mix creatosi tra crisi dei consumi e un turismo inutile quanto invasivo sia stato per molti dirompente».
E sulla stessa linea anche il segretario Gianni De Checchi: «La città è sopraffatta da un numero di persone inaudito - dice - ma che non lascia nulla nei negozi. A parte i bar e i caffè, persino le gelaterie non sono riuscite a vedere la differenza tra Carnevale e il resto dell'anno. Tutte le attività intervistate hanno denunciato problemi vari. Crediamo sia necessario riorganizzare i flussi turistici con eventi migliori che riqualifichino la città».
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