Abbandonato dai collaboratori Fa causa e perde

Martedì 23 Luglio 2019
LA SENTENZA
VENEZIA Aveva quantificato in tre milioni di euro il danno patito dal suo studio professionale a causa della cessazione del rapporto di collaborazione comunicata improvvisamente da dodici tra commercialisti e avvocati che, nel 2015 decisero di mettersi a lavorare in proprio, costituendo lo Studio Epica, con sede a Treviso. Ma il Tribunale di Venezia ha respinto le richieste presentate dal commercialista veneziano Giampietro Brunello, presidente della Fondazione di Venezia, condannandolo a rifondere alla controparte quattro quinti delle spese legali, quantificate in oltre 22 mila euro.
La sentenza, pronunciata in relazione ad un contenzioso legale avviato tre anni fa, risale al mese di maggio, ed è già stata impugnata in appello dai legali di Brunello, costituitosi in giudizio con gli avvocati Martino Andreoni e Gianfranco Ivancich, in qualità di titolare dello studio Brunello & partner e della società Sipel srl, per la quale commercialisti e avvocati prestavano attività di collaborazione.
IL CONTENZIOSO
Oggetto del contendere la decisione assunta nell'ottobre del 2015 da dodici tra commercialisti e avvocati i quali, preso atto delle condizioni di rinnovo del contratto non ritenute adeguate, comunicarono la cessazione del rapporto di collaborazione, aprendo tre giorni più tardi lo Studio Epica. A fronte di tale decisione, Brunello intraprese le vie legali, contestando loro la risoluzione illegittima del contratto, con conseguente danno per il suo studio, anche in relazione ad un presunto sviamento di clientela, in quanto 315 clienti decisero di farsi assistere dallo Studio Epica, dove si spostarono anche tre segretarie.
LA DIFESA
Di fronte al Tribunale, i 12 professionisti, assistiti dagli avvocati Francesco Mercurio e Alfiero Farinea, hanno sostenuto la correttezza dell'operato e il giudice Maddalena Basi ha dato loro ragione. Il recesso dal contratto è stato ritenuto per giusta causa in quanto motivato dal mancato pagamento, lamentato da tempo, della parte variabile dei compensi che lo studio Brunello doveva loro. In ogni caso il Tribunale ha evidenziato come, nel corso della causa, non sia stata fornita prova né quantificazione dell'asserito danno sofferto e neppure di comportamenti illeciti o deontologicamente scorretti per indurre i clienti a spostarsi verso lo studio Epica. Dunque, nessun risarcimento per Brunello.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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