«Se saremo in zona gialla non significa liberi tutti»

Martedì 1 Dicembre 2020
IL QUADRO
UDINE «Dal 3 dicembre ipotizzo un ritorno in zona gialla, che non vuol assolutamente dire un liberi tutti ma occorrerà porre la massima attenzione, anche attraverso restrizioni puntuali come l'obbligo della consumazione da seduti». Parola del presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga che ieri nel corso della conferenza stampa convocata a Trieste per fare il punto settimanale sull'andamento dell'epidemia, lasciando al suo vice Riccardo Riccardi i numeri e le statistiche, si è concentrato su quelli che saranno i passaggi in vista delle festività natalizie.
IL CONFRONTO
Aperture dei locali, sconfinamenti tra regioni, stagione invernale. Sono stati questi i temi in discussione tra i governatori, alla ricerca di una posizione unitaria per far valere le loro ragioni sul governo. «È chiaro che quello che ci preoccupa molto sono le località turistiche di montagna. Se vogliamo contenere il virus, o c'è un impegno complessivo europeo oppure tutto diventa più difficile, perché se noi ci impegniamo a tenere chiuse le stazioni sciistiche e invece, ad esempio l'Austria dovesse aprirle tutte, ci troveremmo con il paradosso di esportare turismo nella vicina repubblica e di importare contagiati», ha spiegato Fedriga. Se l'Austria proprio ieri ha già fatto marcia indietro, a livello di regioni alpine si è chiesto all'esecutivo la possibilità di aprire gli impianti di risalita dello sci in occasione delle prossime festività natalizie per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. Una idea di «vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche».
I TAMPONI SALIVARI
È la Biofarma di Mereto di Tomba l'azienda friulana che ha lavorato in questi mesi per arrivare a brevettare un nuovo test scova-Covid capace di prelevare l'Rna del virus direttamente attraverso la saliva, alla stessa maniera del classico tampone nasofaringeo. Il brevetto del liquido reagente è stato studiato da un gruppo di ricercatori, coordinati da Sara Pezzetta, Emanuele Nencioni e Michela Bulfoni ed è stato testato nei laboratori dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale e dopo una prima sperimentazione applicata su 95 positivi sotto il coordinamento del professor Francesco Curcio dell'Ospedale di Udine, ha registrato un allineamento dell'esito al 100 per cento, con margini di precisione ancora maggiori rispetto all'attuale sistema di prelievo. L'uso di questo test salivare è stato sperimentato ieri nello screening in corso sugli abitanti del comune di Paularo. «Il brevetto - ha detto il governatore - rappresenterebbe una svolta che ci consentirebbe di saltare la fase invasiva del test che attualmente prevede l'impiego del personale sanitario e potrebbe avere dei benefici a livello nazionale e internazionale». La Biofarma ancora una volta si conferma azienda innovativa e duttile al momento storico che stiamo vivendo, già nell'aprile scorso il gruppo guidato da Germano Scarpa, ha prodotto e distribuito gratuitamente alla struttura commissariale italiana oltre 50 tonnellate di gel igienizzante.
Fedriga ha ricordato poi il Protocollo Trieste adottato dal professor Confalonieri all'Ospedale di Cattinara che prevede l'uso del cortisone. «Una metodologia di cura che si è conquistata una fama internazionale». Altro potenziale successo della ricerca targata Fvg quello dell'uso di un farmaco antiparassitario, privo di effetti collaterali, che potrebbe fungere da profilassi per il Covid, ovvero la cui assunzione inibirebbe l'esplosione della carica virale. Lo studio, guidato sempre da Confalonieri, è portato avanti dall'Università di Trieste e sta iniziando il suo percorso di sperimentazione e verrà testato su gruppi di soggetti più fragili.
Su come sarà organizzato anche dal punto di vista logistico il piano vaccinale anti covid, Fedriga ha precisato di aver «mandato al commissario Arcuri i piani, comprensivi di strutture. Oggi parliamo di vaccini come se ce li avessimo già», quando «ad oggi l'Ema non ha dato ancora l'ok».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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