IL RACCONTO
UDINE Un sabato che non sembrava diverso da tanti altri, nella via

Domenica 21 Luglio 2019
IL RACCONTO
UDINE Un sabato che non sembrava diverso da tanti altri, nella via Mercatovecchio seminascosta dal cantiere. Erano circa le 9.30 quando Paolo Gremese, che con il fratello Andrea guida la gioielleria Italico Ronzoni, ha sentito suonare alla porta. E da allora è cambiato tutto. «Ero in negozio al piano terra da solo, mentre mio fratello ed un tecnico erano di sopra - ricostruisce Paolo -. Mi ha suonato una persona. Avrei forse dovuto fare più attenzione. Sembrava uno normale. Ho aperto e dietro di lui c'era il secondo. Che aveva la pistola». Questione di attimi. «Il primo mi è arrivato addosso e mi ha dato un pugno sull'orecchio destro. Il secondo mi ha puntato la pistola addosso. Stai calmo, stai calmo, mi diceva». E la situazione precipita. «Mio fratello deve aver visto la scena dalla telecamera a circuito chiuso - prosegue il suo racconto - e ha azionato il fumogeno antirapina». Poi, prosegue Paolo, «è sceso mio fratello ed è iniziata una colluttazione. Mio fratello ha preso una gomitata sull'occhio, tanto che ha dovuto farsi medicare in ospedale». «Io - racconta Paolo - ho aperto la porta. Nel frattempo, durante la concitazione credo che abbiano aperto una vetrina e preso un Rolex. Poi, mentre stavano uscendo uno è tornato indietro e ha preso altri tre orologi. Ma ne hanno perso uno subito fuori dalla porta. Per cui in totale i Rolex sottratti sono stati tre, per un valore complessivo che potrebbe aggirarsi sui 30mila euro». Andrea «quando li ha visti scappare li ha inseguiti. E uno dei rapinatori ha sparato, più o meno all'altezza del negozio Luisa Spagnoli», dice Paolo, indicando il luogo. «Poi, hanno sparato ancora anche in piazzetta Belloni», riferisce ancora Paolo. Non è la prima volta che la gioielleria subisce una rapina. «L'ultima volta - racconta Paolo - è accaduto un anno e mezzo fa, ma in modo diverso. C'era mio fratello. Erano in tre, ma non erano armati». «Il giorno prima abbiamo allertato le forze dell'ordine che c'erano delle persone strane che giravano qui intorno». E, difatti, suo fratello, tornando indietro dopo aver inseguito i due in fuga, avrebbe riconosciuto una persona, poi bloccata.
I TESTIMONI
Anche Yannick Fior, 21 anni, barista al Commercio, aveva notato quei tre che «da tre giorni venivano a fare le colazioni qui. Oggi (ieri ndr) è venuto solo quello che poi la Polizia ha arrestato e ha bevuto solo un caffè al banco. Gli altri giorni, invece, si sedevano fuori, prendevano caffè, spremuta e brioche e stavano mezz'ora, un'ora, guardandosi intorno. Uno di loro per due volte mi sembrava avesse la parrucca», afferma Yannick. «Venerdì pomeriggio sono venuti in due. Erano sospetti, mi pare che li abbiano segnalati alle forze dell'ordine». Ieri, «poco dopo che quello è venuto a bere il caffè al banco, ho sentito il trambusto. Sono uscito e uno di loro mi ha puntato la pistola contro e poi è fuggito. Sono scappato su per le scale, perché avevo paura di farmi vedere con il telefono in mano mentre chiamavo le forze dell'ordine». Quello sparo all'altezza del negozio Luisa Spagnoli l'ha sentito bene la dipendente Claudia: «È finito sulla vetrina, c'è ancora il segno. Ho visto mentre sparava. Abbiamo avuto paura, da Udine non te lo aspetti». Ancora paura davanti al Contarena. Marina Godeassi stava lavorando nel locale quando «ho sentito il trambusto e il gioielliere Andrea che urlava Al ladro!. Poi qualcuno ha cercato di bloccare i rapinatori e ho sentito sparare».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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