TREVISO - (M.F.) «Siamo disposti a uscire, ma solo per un periodo preciso e limitato, che ci permetta di mantenere in vita le attività avviate nell'ex caserma Piave». Sono le condizioni che il collettivo Ztl pone al Comune per mettere fine all'occupazione della struttura di via Monterumici. Gli attivisti hanno accolto bene l'annuncio dell'imminente firma di un accordo tra la giunta Manildo e l'università Iuav per far partire la progettazione partecipata (con associazioni e cittadini), per recuperare parte dell'ex caserma. Per questo sono pronti se non a fare un passo indietro almeno a compierne uno di lato rispetto al muro contro muro degli ultimi mesi con Cà Sugana. Ma non vogliono correre il rischio di essere tagliati fuori. «Non ha senso cancellare quanto abbiamo costruito - spiegano -. Vogliamo chiarezza assoluta su tempi, metodi e obiettivi del percorso. La recente storia cittadina dimostra che sono state merito del collettivo la riqualificazione e l'assegnazione a gruppi e associazioni di una serie di edifici da anni buchi neri - concludono - come si può cancellare tutto questo e proporre di ripartire da un "foglio bianco" (come chiesto dal sindaco, ndr)? Come è possibile chiederci di fare l'ennesimo passo indietro? Fate voi due passi in avanti». Martedì, alle 21, alla Piave assemblea per discutere del recupero partecipato, avviato dal Comune.(((favarom)))
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