Un diario unico e obbligatorio al posto di quelli commerciali. Sono sempre di più

Domenica 13 Luglio 2014
Un diario unico e obbligatorio al posto di quelli commerciali. Sono sempre di più le scuole che lo scelgono: si auto-producono una vera e propria agenda di istituto e la vendono alle famiglie degli alunni a un prezzo ridotto. O quella, o niente. A settembre sarà così nelle elementari e nelle medie di mezza città: l'Ic Martini, l'Ic Felissent e l'Ic Coletti stanno definendo la propria, personalizzata con disegni fatti dai piccoli studenti. Stesso discorso per l'Ic di Villorba e Povegliano. Ma il monopolio del diario non piace a tutti. Alcuni genitori hanno già protestato contro l'obbligatorietà dell'acquisto. Non tanto per il prezzo, che dovrebbe aggirarsi sui 7 euro. Quanto per l'impossibilità di dare al loro bambino l'agenda che più gli piace. Non è tutto. Il diario unico e obbligatorio non va troppo a genio nemmeno agli addetti ai lavori. «Sono contrario - spiega Claudio Baccarini, preside per quasi trent'anni dell'Ic di Paese e oggi responsabile dei dirigenti scolastici della Cgil - in primis perché è una cosa forzata: a livello formale mi pare eccessivo che le scuole arrivino a mettere obblighi del genere. E poi anche perché non trovo giusto togliere ai ragazzi delle elementari e delle medie la possibilità di scegliersi un diario come una cosa personale, che quindi deve mantenere pure una possibilità di gioco». Gli istituti comprensivi difendono la loro scelta. «Assieme agli altri istituti di Treviso, abbiamo deciso di realizzare un diario per i ragazzi tra la seconda elementare e la terza media - ha spiegato Emanuela Pol, preside dell'Ic di Villorba e Povegliano - perché il diario non è solo un gioco, ma uno strumento educativo: quello che andremo a fare sarà innanzitutto funzionale, personalizzato e costerà praticamente la metà di quelli commerciali, che possono arrivare anche a 15 euro». E qui sta il nodo economico: se l'agenda d'istituto è obbligatoria, anche i soldi da versare sono obbligatori. «C'è un regolare bando - mettono in chiaro le scuole - noi facciamo solamente da tramite». Al decano dei prèsidi, però, la cosa non torna. «In giro ci sono diari economicissimi - conclude Baccarini - le scuole, invece, dovrebbero fornirlo alle famiglie disagiate». A questo punto, però, senza far pagare loro nulla. La discussione è aperta.

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