Sartoretto Group: 40 anni di show

Domenica 24 Ottobre 2021
Sartoretto Group: 40 anni di show
CASIER
Dalla prima sagra di paese al mega concerto dei Metallica a Sofia con 90mila spettatori, alle tournée di Venditti, Cocciante, Zucchero, Vasco Rossi, gli Abbia, Ray Charles, Joan Baez all'Arena di Verona, Bob Dylan, Bruce Springsteen, i Duran Duran, gli Spandau Ballet, i Dire Straits, i Police, passando per la prima edizione del Concertone del 1. Maggio e la penultima data in assoluto dei Nirvana a Lubiana, prima del suicidio di Kurt Cobain. Non c'è grande nome della musica italiana o internazionale esibitosi in Europa negli ultimi 4 decenni che non abbia calcato i palchi della Sartoretto Group: l'azienda di Casier è leader a livello europeo per l'allestimento di strutture autoportanti per eventi.
QUELLA PAZZA IDEA
La prima iscrizione alla Camera di commercio risale al 20 ottobre 1980: l'anniversario avrebbe dovuto essere festeggiato l'anno scorso, in coincidenza con l'80. compleanno del fondatore Armando Sartoretto. La pandemia ha costretto a rimandare di 12 mesi. «Era il 1979, all'epoca lavoravo come camionista -racconta il signor Armando- con un collega eravamo ad Arcore per una consegna. Vedevamo un sacco di gente dirigersi verso un'area vicina, da cui veniva della musica. C'era un concerto dei Pooh. Abbiamo fatto il giro e, scavalcata una siepe, ci siamo trovati dietro al palco. Uno dell'organizzazione voleva cacciarci via e, lì per lì, gli ho detto che, dovendo anch'io costruire un palco, volevo vedere com'era fatto quello». Non era vero, ma l'idea comincia a frullargli in testa. Così, butta giù un progetto (quegli schizzi li conserva ancora), si fa fabbricare alcuni pezzi da un'officina, crea il primo prototipo nel piazzale di Sant'Antonino. Qualche mese dopo ottiene l'appalto per uno spettacolo al palasport di Gorizia. In cartellone, una giovane band britannica, destinata ad entrare nella storia del rock: gli Iron Maiden.
IL PALCO MODULARE
È l'esordio del palco modulare Sartoretto, divenuto celeberrimo nell'ambiente, per affidabilità e rapidità di montaggio e smontaggio (e che, non coperto da brevetto, più di qualcuno ha impunemente copiato). Da lì una carrellata pressoché infinita di concerti e manifestazioni, compresi il tour della Coppa del Mondo vinta dall'Italia nel 1982 e persino una visita di papa Giovanni Paolo II. E poi le tribune per i Mondiali di biathlon ad Anterselva (8mila posti) e svariate gare di Coppa del Mondo di sci, la Festa della Repubblica a Roma, l'inaugurazione del nuovo acquario di Genova (su una mega chiatta galleggiante), le Adunate degli Alpini di Asti, Treviso e Trento, la Regata storica di Venezia. Più di recente l'impresa trevigiana si è specializzata in rampe per il moto cross o per piste artificiali da sci e snow board: ad Oberstdorf, in Baviera, ne ha realizzata una alta 36 metri, scavalcando anche una linea del tram. Questi primi 40 anni sono ripercorsi in un volume Non solo un Pezzo di ferro, curato dai titolari insieme alla giornalista Elena Grassi. E ieri, una piccola cerimonia ha riunito dipendenti, collaboratori, amici, oltre al presidente e al direttore di Assindustria Leopoldo Destro e Giuseppe Milan, alla vicepresidente di Confindustria nazionale Maria Cristina Piovesana e altre autorità fra cui i sindaci di Treviso e Casier: tutti hanno ricordato, come l'azienda sia un emblema dell'imprenditorialità familiare veneta. Le redini ora sono in mano alla figlia Patrizia: «Gli ultimi due anni, con eventi e spettacoli dal vivo azzerati, sono stati molto difficili. Ci siamo dedicati anche ai ponteggi per l'edilizia: vedremo se potrà diventare un nuovo filone di business, ma è stata comunque una nuova esperienza e un modo per resistere».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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