Sale pubbliche negate ai fascisti: ancora polemiche

Venerdì 12 Luglio 2019
IL CASO
TREVISO È scontro sulla delibera di iniziativa popolare che chiede all'amministrazione comunale di negare sale e spazi pubblici ad associazioni che facciano esplicito riferimento al fascismo e al nazismo. Una proposta portata avanti con grande impegno da Luigi Calesso e Coalizione Civica, i primi a prendere in mano uno strumento così particolare come una proposta di delibera formulata direttamente dai cittadini e non dai consiglieri comunali. E il testo, dopo aver passato tutto l'iter previsto, ha raccolto anche le 500 firme previste dal regolamento comunale. Ma, una volta arrivato in commissione Statuto, è stato silurato. E la stessa fine rischia di fare anche in Consiglio Comunale, ultimo passaggio prima della definitiva approvazione o bocciatura. La proposta, sostenuta dal centrosinistra, però rimane sul tavolo.
LA TRATTATIVA
L'opposizione ha infatti chiesto alla maggioranza di tenere una porta aperta per la mediazione. L'idea è di portare degli emendamenti per renderla così accettabile anche dal centrodestra. Davide Acampora, presidente della commissione, ha però posto una questione: un testo passato al vaglio dei cittadini che lo hanno sostenuto imprimendo la propria firma, può essere emendato e quindi modificato senza dover ricominciare da capo tutto il percorso? Il segretario comunale ha dato parere positivo: si può emendare. A questo punto la questione è però diventata squisitamente politica. La maggioranza è infatti orientata a mantenere la posizione: in Consiglio si deve discutere esclusivamente il testo già arrivato in commissione, senza alcun emendamento. Da qui un braccio di ferro che si preannuncia durissimo. Il prossimo Consiglio sarà a fine mese, l'ultimo prima della pausa estiva, e lo scontro sugli emendamenti sarà inevitabile.
P. Cal.
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