GIAVERA - (L. Bon) I soldi degli espropri non arrivano, i cantieri sono giudicati pericolosi, la Pedemontana è ferma. Sono solo tre dei temi dibattuti l'altra sera in occasione della riunione volta a fare il punto sulla Pedemontana veneta, alla presenza del consigliere regionale Andrea Zanoni che ha tracciato un quadro della situazione. In una sala, quella di villa Wassermann, gremita all'inverosimile (nella foto a destra), sono arrivati un po' da tutta la zona interessata al passaggio dell'arteria e soprattutto da quei comuni in cui questa corre su territori di privati. Un tema, quello degli espropri, che da tale punto di vista interessa marginalmente Giavera, dove la superstrada corre su terreno di cava e nei pressi di villa Agostini.
Non è così, però, altrove. Di soldi gli espropriandi non ne hanno visti e, nel corso della serata, sono stati anche sollevati dei dubbi sulla regolarità delle documentazioni relative agli stessi. «Ma in tanti si chiedono anche -dice Erika Franceschini, consigliere comunale a Giavera e componente dell'associazione Punto e a capo, che ha organizzato l'evento- se siano regolari i cantieri, realizzati, a Volpago come a Povegliano, a bordo strada e senza la necessaria pendenza. Sappiamo invece che questa dovrebbe esserci per evitare frane e cedimenti». In tanti, poi, si chiedono se gli scavi possano incidere sulle falde acquifere, che nella zona interessata non sono particolarmente lontane. In sostanza il dato chiave è che, nel montebellunese, sono in molti ad avere dubbi sull'intervento, tanto che si starebbe costituendo anche un nuovo comitato No Pedemontana costituito da esponenti di vari Comuni. Dai quali arriva addirittura la richiesta di rinunciare all'opera. «Mentre nel Vicentino i lavori sono ormai avanti e non è quindi pensabile tornare indietro, qui da noi non è così e molti cantieri sono solo abbozzati. Si potrebbe fermare l'opera».
Non è così, però, altrove. Di soldi gli espropriandi non ne hanno visti e, nel corso della serata, sono stati anche sollevati dei dubbi sulla regolarità delle documentazioni relative agli stessi. «Ma in tanti si chiedono anche -dice Erika Franceschini, consigliere comunale a Giavera e componente dell'associazione Punto e a capo, che ha organizzato l'evento- se siano regolari i cantieri, realizzati, a Volpago come a Povegliano, a bordo strada e senza la necessaria pendenza. Sappiamo invece che questa dovrebbe esserci per evitare frane e cedimenti». In tanti, poi, si chiedono se gli scavi possano incidere sulle falde acquifere, che nella zona interessata non sono particolarmente lontane. In sostanza il dato chiave è che, nel montebellunese, sono in molti ad avere dubbi sull'intervento, tanto che si starebbe costituendo anche un nuovo comitato No Pedemontana costituito da esponenti di vari Comuni. Dai quali arriva addirittura la richiesta di rinunciare all'opera. «Mentre nel Vicentino i lavori sono ormai avanti e non è quindi pensabile tornare indietro, qui da noi non è così e molti cantieri sono solo abbozzati. Si potrebbe fermare l'opera».
