Pedemontana, 70 al sit-in: «Battaglia privata»

Domenica 28 Gennaio 2018
Pedemontana, 70 al sit-in: «Battaglia privata»
ALTIVOLE
Si sono mobilitati vigili, carabinieri e poliziotti ieri in via degli Alpini a San Vito per garantire l'ordine pubblico durante il sit in di Osvaldo Piccolotto, che ha condiviso con una settantina di amici, tra cui la senatrice dem Laura Puppato e Matilde Cortese, portavoce del CoVePa, Comitato Veneto Pedemontana alternativa, la sua battaglia. Obiettivo: bloccare i lavori avviati da Sis per far scorrere la Superstrada attraverso il Bosco della Speranza, espropriato per pubblica utilità alla famiglia Piccolotto e passato nella proprietà della Regione. I soldi dell'indennità sono depositati alla Cassa Depositi e Prestiti. È stato l'avvocato Giorgio Destro ad illustrare l'esposto depositato l'altro ieri alla Procura di Treviso contro la Sis «in cui si lamenta l'illegittimità della procedura- ha spiegato Destro- e si chiede il sequestro dei terreni espropriati in assenza di notifica». Il legale denuncia una serie di presunte irregolarità: L'esposto segue la ratio dei ricorsi pendenti al Tar di Venezia per diversi cittadini, nei cui terreni l'immissione nel possesso è avvenuta quando la pubblica utilità era scaduta», chiarisce Destro, che tre giorni fa ha anche inviato una diffida a Sis, chiedendo l'avvio delle indagini belliche che non sarebbero state effettuate. «Quella di Piccolotto è una battaglia di principio, è sempre stato in prima linea nel segnalare presunte irregolarità sulla Pedemontana - sottolinea il sindaco Sergio Baldin -Quando lamenta che l'esproprio non è stato notificato dovrebbe ricordare che per gli espropri di massa vale la regola della pubblicazione e non della notifica ad personam». E la pubblica utilità? «La pubblica utilità della Pedemontana è riconosciuta da tutti i cittadini, che non si sono minimamente preoccupati di questo sit in». Piccolotto ha dichiarato che il bosco che Sis sta distruggendo va salvaguardato in quanto sperimentale. «Nessuno tra i cittadini di Altivole ha mai saputo di una funzione sociale di questo bosco, non sono mai state organizzate viste di scolaresche, improvvisamente ora lo si vorrebbe far passare quasi per un santuario intoccabile. La verità è che si tratta del tentativo di proteggere l'interesse di un singolo a mantenere un campo con delle piante, contro l'interesse della collettività alla realizzazione dell'opera. Quando l'opera è di pubblica utilità, l'interesse del singolo, che in questo caso è stato indennizzato, deve passare in secondo piano».
Mcp
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