Maxi truffa delle auto di lusso «Noi siamo vittime inconsapevoli»

Sabato 20 Novembre 2021
CASTELFRANCO
«La Praticar non poteva sapere né verificare che la documentazione fiscale esibita fosse fasulla. Questo tipo di accertamenti non rientra negli obblighi delle agenzie di pratiche auto». I legali di Fabio Guidolin, titolare dell'agenzia di pratiche auto Praticar di Castelfranco, mettono i puntini sulle i rispetto all'accusa mossa al 45enne. L'amministratore della storica agenzia castellana, che si occupa di migliaia di pratiche ogni anno, è tra i sette indagati di una presunta organizzazione criminale composta perlopiù da stranieri dell'Est Europa con base a Treviso che aveva messo in piedi un traffico di auto usate, importate dall'estero e smerciate in Italia evadendo l'Iva. Attraverso un meccanismo di documenti falsi con cui hanno ingannato varie motorizzazioni della penisola. Più di 500 vetture in cinque anni, tutte di media e grossa cilindrata smerciate inoltre 50 province d'Italia. Un giro d'affari da 8,5 milioni di euro. Per tutti gli indagati l'accusa è di associazione per delinquere, a cui si aggiungono, fatta eccezione per l'amministratore dell'agenzia di pratiche d'auto, anche i reati di truffa ai danni dello stato e falso in atto pubblico. Guidolin secondo la Procura, pur non rientrando nell'organico del sodalizio criminale ha contribuito alla sua operatività, eseguendo le pratiche necessarie all'immatricolazione, con la consapevolezza che gli autoveicoli non erano stati acquistati direttamente all'estero dai privati intestatari, ma erano in realtà stati acquistati dalle società riconducibili al sodalizio e poi venduti a clienti privati, in totale evasione dell'Iva».
IL PUNTO CRUCIALE
Ed è proprio questo il punto contestato dai legali dell'indagato, secondo cui se l'agenzia ha favorito il sodalizio criminale lo ha fatto in modo del tutto inconsapevole. «L'agenzia di pratiche auto, nelle operazioni cosiddette di nazionalizzazione di autoveicoli di importazione parallela, svolge un controllo di tipo formale dei documenti forniti dal committente - spiega lo studio legale Gazzola -. Per quanto riguarda la fattura d'acquisto non ha alcun potere e/o dovere di controllo in merito all'avvenuto versamento dell'Iva che invece spetta all'autorità preposta». I legali si dicono pronti a smontare le accuse, sorpresi dalla «superficialità con cui la Procura si è basata sulle dichiarazioni rese da alcuni degli indagati circa l'agenzia a cui si appoggiavano, senza approfondire il meccanismo di funzionamento delle agenzie stesse».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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