LE TESTIMONIANZE
CASIER L'isolamento degli ospiti risultati positivi? «Impossibile,

Martedì 11 Agosto 2020
LE TESTIMONIANZE CASIER L'isolamento degli ospiti risultati positivi? «Impossibile,
LE TESTIMONIANZE
CASIER L'isolamento degli ospiti risultati positivi? «Impossibile, ci hanno impedito di attuarlo». I responsabili della gestione dell'ex caserma Serena non nascono le difficoltà vissute in queste settimane, pagate a caro prezzo visto che 11 operatori sono a loro volta stati contagiati (anche se sono tutti asintomatici), nel convincere i quasi 300 richiedenti asilo a rispettare le disposizioni dell'usl per quanto riguarda distanze ed uso di mascherine, ma soprattutto nel disporre l'isolamento, come era stato previsto, degli ospiti risultati positivi al Covid 19. E così dai 133 ospiti positivi del 28 luglio si è passati ai 233 dell'ultimo screening. «Il primo problema è stato l'incredulità - spiega uno dei responsabili -: i migranti, quando gli è stato spiegato che dovevano rimanere in isolamento dal resto degli ospiti perchè contagiati, hanno protestato dicendo che non era vero, che nessuno di loro era positivo, che si trattava di un'invenzione».
SACCHEGGI E VANDALISMI
Il clima vissuto dagli operatori all'interno della caserma, da quel momento in poi, è stato tutt'altro che facile. «All'inizio era un gruppetto di una decina di persone, poi si sono aggiunti anche altri richiedenti asilo: si sono rifiutati categoricamente di cambiare alloggio, di rimanere isolati, dando in escandescenze quando cercavamo di insistere spiegando che in ballo c'era la salute di tutti». «Uno di loro, tra l'altro a sua volta positivo al Covid 19, mi ha sbraitato in faccia solo per avergli chiesto di mettersi la mascherina. Senza contare le partite di calcio, gli assembramenti, ai quali non abbiamo potuto opporci in alcun modo. Una situazione questa, che abbiamo subito segnalato agli organi competenti». Alcuni richiedenti, oltre al 25enne gambiano arrestato la scorsa settimana dalla polizia, si sono anche lasciati andare a saccheggi e vandalismi. «Hanno distrutto diversi uffici, e abbiamo dovuto concentrare tutte le attività operative in una sola stanza - spiega uno dei responsabili -. Lavorare in queste condizioni è difficilissimo, contando che 11 di noi sono a loro volta rimasti contagiati». Per questo Nova Facility ha dovuto mobilitare ulteriore personale, così da mantenere turnazioni di circa una trentina di operatori.
I TIMORI
Ovviamente anche i migranti che sin dal principio hanno rispettato le disposizioni anti contagio sono rimasti loro malgrado, e senza colpe, intrappolati fra le mura della Serena in quarantena. «Viviamo in questa situazione dallo scorso 28 luglio, da quando ci sono stati i primi 133 casi risultati positivi al Covid spiega un richiedente asilo Abbiamo chiesto la separazione tra i positivi e i negativi al tampone. Chiedendo di essere sistemati in due parti diverse del centro di accoglienza dell'ex caserma. Ma questo non è stato fatto. Continuiamo a stare tutti insieme. Dormiamo insieme, mangiamo insieme. Persino le docce sono le stesse». Le foto inviate ci raccontano di distanza, se tutto va bene, di un metro. Ma tra un letto e un altro, dentro le stesse camere. Che a seconda della grandezza possono accogliere da due fino a otto migranti. Con gli indumenti accatastati sopra ai materassi superiori. Asciugamani e oggetti personali che trovano posto un po' ovunque. E le borse e le valige a portata di mano. Ora per la paura del contagio ci si ripara come si riesce. Anche con un lenzuolo: «Tutti ricorrono a questo rimedio. Per la paura del contagio ci si protegge così quando qualcuno di noi in stanza è positivo continua l'ospite Nessuno ci ha spiegato come fare ad affrontare l'emergenza».
Alberto Beltrame
Alessandra Vendrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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