LE REAZIONI
TREVISO Ben vengano nuove aperture di strutture commerciali di dimensione medie, di nuovi supermercati, perché portano posti di lavoro. Ma a patto che le amministrazioni pubbliche tengano sempre nella giusta considerazione alcuni paletti imprescindibili, come la tutela del buon lavoro, l'impatto ambientale e lo sviluppo urbanistico. I sindacati, insomma, non sono per il No a tutti i costi. Ma per un sì con buon senso. «Ovviamente non diciamo no a nuovi posti di lavoro - spiega Mauro Visentin, segretario provinciale della Cgil - ma è giusto pensare anche a una pianificazione dell'offerta in modo da garantire la qualità del lavoro. Meglio di tutto sarebbe pianificare assieme alle associazioni di categoria». Detto questo Visentin ammette: «Non si può restare attaccati al passato è necessario guardare al futuro e accettare lo sviluppo. Che, però, si può accompagnare».
GLI ACCORDI
Massimiliano Paglini, segretario della Cisl Treviso-Belluno, mette anche un tassello in più al ragionamento: «Vanno bene i nuovi posti di lavoro, ma stiamo proponendo ai comuni un protocollo d'intesa che porti a concordare delle pratiche di sostenibilità sia per quanto riguarda l'occupazione, l'impatto sociale e ambientale di queste nuove realtà commerciali. Abbiamo parlato anche col comune di Treviso, che è d'accordo con questa impostazione e presto ci chiamerà per firmare l'accordo». Per Paglini la svolta in questa contrattazione è stato l'annunciato arrivo della catena Amazon: «Al di là di Amazon - osserva - le aperture di queste strutture ci possono anche stare, a patto che siano regolate. Non diciamo di certo no a nuovi posti di lavoro. Ma deve essere del buon lavoro».
LA STRATEGIA
Intanto le catene della grande distribuzione continuano a guardare con grande interesse a Treviso. E non hanno paura ad aprire punti vendita anche in zone apparentemente sature, già presidiate dai concorrenti. La formula infatti è proprio questa: meglio aprire dove già ci sono supermercati (o centri commerciali) di altri marchi, ma dove è anche sicuro che ci sarà un grande afflusso di gente. Poi ogni marchio si giocherà la sua partita a colpi di promozioni, qualità dei servizi e dei prodotti. Quattro anni fa, Gianni Canella, vicepresidente della catena Alì in occasione del putiferio creato dal parco commerciale con il nuovo supermercato all'ex Marazzato, disse: «Alìper, gruppo con 111 supermercati in Veneto ed Emilia e oltre 3000 dipendenti, arriva all'ex Marazzato di Treviso per creare centinaia di posti di lavoro in un'area oggi abbandonata. La grande distribuzione ha una funzione economica diversa dal commercio tradizionale e completa l'offerta nell'interesse dei consumatori. Come in tutto il mondo».
CONTRARIA
Non può invece essere d'accordo con l'arrivo di tanti nuovi supermercati l'Ascom. Federico Capraro, presidente trevigiano, salta sulle barricate: «La logica è che è in corso una guerra tra colossi sulla base di un principio, quello di saturare il mercato. I piani delle catene sono che devono essere puntiformi, presenti, devono coprire tutto il territorio in modo tale che chi per primo riesce a coprire le quote di mercato si consolida e impedisce agli altri di entrare su quel mercato. Questa corsa viene fatta a danno del territorio: non c'è la necessità per il consumatore di tutti questi parchi commerciali».
E.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO Ben vengano nuove aperture di strutture commerciali di dimensione medie, di nuovi supermercati, perché portano posti di lavoro. Ma a patto che le amministrazioni pubbliche tengano sempre nella giusta considerazione alcuni paletti imprescindibili, come la tutela del buon lavoro, l'impatto ambientale e lo sviluppo urbanistico. I sindacati, insomma, non sono per il No a tutti i costi. Ma per un sì con buon senso. «Ovviamente non diciamo no a nuovi posti di lavoro - spiega Mauro Visentin, segretario provinciale della Cgil - ma è giusto pensare anche a una pianificazione dell'offerta in modo da garantire la qualità del lavoro. Meglio di tutto sarebbe pianificare assieme alle associazioni di categoria». Detto questo Visentin ammette: «Non si può restare attaccati al passato è necessario guardare al futuro e accettare lo sviluppo. Che, però, si può accompagnare».
GLI ACCORDI
Massimiliano Paglini, segretario della Cisl Treviso-Belluno, mette anche un tassello in più al ragionamento: «Vanno bene i nuovi posti di lavoro, ma stiamo proponendo ai comuni un protocollo d'intesa che porti a concordare delle pratiche di sostenibilità sia per quanto riguarda l'occupazione, l'impatto sociale e ambientale di queste nuove realtà commerciali. Abbiamo parlato anche col comune di Treviso, che è d'accordo con questa impostazione e presto ci chiamerà per firmare l'accordo». Per Paglini la svolta in questa contrattazione è stato l'annunciato arrivo della catena Amazon: «Al di là di Amazon - osserva - le aperture di queste strutture ci possono anche stare, a patto che siano regolate. Non diciamo di certo no a nuovi posti di lavoro. Ma deve essere del buon lavoro».
LA STRATEGIA
Intanto le catene della grande distribuzione continuano a guardare con grande interesse a Treviso. E non hanno paura ad aprire punti vendita anche in zone apparentemente sature, già presidiate dai concorrenti. La formula infatti è proprio questa: meglio aprire dove già ci sono supermercati (o centri commerciali) di altri marchi, ma dove è anche sicuro che ci sarà un grande afflusso di gente. Poi ogni marchio si giocherà la sua partita a colpi di promozioni, qualità dei servizi e dei prodotti. Quattro anni fa, Gianni Canella, vicepresidente della catena Alì in occasione del putiferio creato dal parco commerciale con il nuovo supermercato all'ex Marazzato, disse: «Alìper, gruppo con 111 supermercati in Veneto ed Emilia e oltre 3000 dipendenti, arriva all'ex Marazzato di Treviso per creare centinaia di posti di lavoro in un'area oggi abbandonata. La grande distribuzione ha una funzione economica diversa dal commercio tradizionale e completa l'offerta nell'interesse dei consumatori. Come in tutto il mondo».
CONTRARIA
Non può invece essere d'accordo con l'arrivo di tanti nuovi supermercati l'Ascom. Federico Capraro, presidente trevigiano, salta sulle barricate: «La logica è che è in corso una guerra tra colossi sulla base di un principio, quello di saturare il mercato. I piani delle catene sono che devono essere puntiformi, presenti, devono coprire tutto il territorio in modo tale che chi per primo riesce a coprire le quote di mercato si consolida e impedisce agli altri di entrare su quel mercato. Questa corsa viene fatta a danno del territorio: non c'è la necessità per il consumatore di tutti questi parchi commerciali».
E.F.
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