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L'EPIDEMIA
TREVISO Il coronavirus torna a far paura nell'area di Castelfranco

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Mercoledì 24 Febbraio 2021
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L'EPIDEMIA
TREVISO Il coronavirus torna a far paura nell'area di Castelfranco e Montebelluna. I contagi stanno aumentando. Solo ieri nella Marca sono emerse 246 nuove positività. Praticamente il doppio della media giornaliera dell'ultima settimana. E l'incremento si concentra proprio nel distretto di Asolo, che ha come riferimento gli ospedali di Castelfranco e Montebelluna, quest'ultimo già in prima linea nella seconda ondata, arrivando a contare oltre cento ricoveri, e ora sostanzialmente Covid-free. «In quest'area stanno emergendo più contagi rispetto alle altre realtà avverte Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl a livello generale, l'aumento delle positività è netto. Di contro, però, il numero complessivo delle persone colpite non è elevatissimo. Davanti a questa situazione, l'auspicio è che l'attuale incremento non rappresenti l'inizio della terza ondata».
IL NODO
C'è in particolare lo spettro della variante inglese. Gli specialisti pensano che possa essere stata alla base del precedente picco di contagi registrato nel distretto di Asolo. Potrebbe esserci un ritorno? Proprio in queste ore il centro di Microbiologia di Treviso, guidato da Roberto Rigoli, sta analizzando i tamponi eseguiti ieri per verificare l'eventuale diffusione di mutazioni. «L'obiettivo è capire se la variante inglese ha inciso in modo diretto sul nuovo aumento di contagi tra Castelfranco e Montebelluna sottolinea Benazzi quel che è certo è che tale mutazione sta già circolando nel nostro territorio».
UN ANNO FA
È passato esattamente un anno dall'arrivo del coronavirus nella Marca: il 25 febbraio del 2020 fu confermata la positività di Luciana Mangiò, professoressa di 76 anni di Paese, che perse la vita poche ore dopo. Si trattò del caso, il primo, che fece emergere il maxi focolaio all'interno del reparto di Geriatria dell'ospedale di Treviso. Adesso la nuova frontiera è quella delle varianti. La presenza di quella inglese è ormai data per scontata. La Microbiologia ha confermato oltre 30 casi. Ma si stima che a livello generale ci sia un'incidenza del 20% sul totale dei contagi, destinata a salire. E poi c'è l'incubo della mutazione brasiliana: non è ancora chiaro se sia coperta dai vaccini attualmente a disposizione. Per questo l'Usl ha già messo a punto un piano di stretta sorveglianza che a fronte dell'eventuale conferma di casi brasiliana (al momento non ne sono emersi) prevede una quarantena rafforzata, di almeno 14 giorni, e tamponi a tutti i contatti, compresi quelli occasionali. Si vive con il fiato sospeso. I contagi individuati ieri hanno fatto aumentare anche il numero di trevigiani che stanno combattendo contro l'infezione da coronavirus. Se ne sono contati quasi 100 in più nel giro di 24 ore.
IL BOLLETTINO
Oggi sono esattamente 1.878. E purtroppo anche ieri sono mancate due persone che erano risultate positive al Covid. Con questi ultimi, sale a quota 1.560 la triste conta dei decessi registrati nella Marca in un anno esatto di epidemia. La pressione sugli ospedali, invece, continua a calare. Attualmente sono 115 i pazienti Covid positivi ricoverati nei reparti delle strutture trevigiane: 98 nelle unità ordinarie e 17 in Terapia intensiva. «Questi numeri dicono che non siamo più nella fascia critica per quanto riguarda gli ospedali evidenzia Benazzi ma non si può abbassare la guardia pensando che le cose vadano meglio e basta. L'aumento dei positivi è chiaro. Bisogna capire se questo aumento corrisponde anche a un aumento di contagi di persone che per il momento non hanno sviluppato sintomi ma che poi potrebbero iniziare ad accusare dei problemi più o meno pesanti». Insomma, c'è il timore che si tratti della quiete prima della tempesta. Non fa ben sperare nemmeno il ritorno delle code di auto davanti ai Covid Point. Negli ultimi giorni la richiesta di tamponi è aumentata del 20%. L'Usl ha deciso di aggiungere almeno due nuove postazioni ai centri già attivi. Per ora non verranno riaperti i quattro Covid Point che erano stati sospesi a fronte del ridotto numero di test: il servizio notturno nell'ex dogana di Treviso e i centri di Castelfranco (discoteca Melodi), Dosson di Casier e Vittorio Veneto.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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