TREVISO - (Mf) «Gli infermieri che vanno a lavorare in Gran Bretagna rischiano di commettere un errore». Da qualche anno a questa parte si assiste a un vero e proprio esodo di neolaureati italiani, soprattutto veneti, che scelgono di andare oltre Manica per trovare un posto di lavoro e uno stipendio mediamente più elevato. Ma Francesco Benazzi, a capo delle tre Usl della Marca, avverte che non è tutto oro quello che luccica. «Gli infermieri rappresentano una categoria che nel giro di poco trova comunque lavoro. Come quella dei medici - spiega - capisco che si possa essere attratti da uno stipendio di duemila euro al mese rispetto ai circa 1.500 euro al mese che si prendono qui. Ma è anche vero che bisogna poi fare i conti con il costo della vita in Gran Bretagna, in particolare in quel di Londra». Fatto sta che più di qualcuno ormai sceglie di partire. La richiesta di infermieri in Inghilterra è alta. Ci sono delle società che si occupano di ricercare e selezionare i candidati direttamente in Italia, per poi inviarli oltre Manica. La meta più gettonata è Londra, ma ci sono anche altri centri. Alcuni fanno un'esperienza all'estero e nel frattempo provano concorsi per entrare nel sistema sanitario italiano.
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