Imprese, il costo della crisi: ricevuti 3 miliardi in 10 mesi

Sabato 30 Gennaio 2021
Imprese, il costo della crisi: ricevuti 3 miliardi in 10 mesi
IL BILANCIO
TREVISO Oltre 27mila finanziamenti con garanzia pubblica per un importo totale di poco inferiore ai tre miliardi di euro in dieci mesi. I numeri del Fondo di garanzia testimoniano la sete di liquidità, presente o per mettersi al riparo da esigenze future, da parte delle piccole e medie aziende trevigiane alle prese con la crisi Covid. Proprio per fronteggiare le ricadute economiche della pandemia, infatti, i decreti Cura Italia e Liquidità hanno esteso e potenziato questo apposito fondo finalizzato a favorire, grazie alla copertura statale, l'accesso al credito bancario da parte delle pmi. Dal 17 marzo 2020 fino al 25 gennaio scorso, secondo l'elaborazione compiuta da Confartigianato, dalla provincia di Treviso sono pervenute 27.131 richieste, per 2 miliardi e 942milioni di euro totali erogati. Per valore complessivo finanziato, la Marca si colloca al terzo posto su scala regionale dopo Vicenza (3,3 miliardi) e Padova (3,1) e, con 108.429 euro a domanda, è addirittura seconda per l'importo medio, alle spalle solo dell'area berica (dove si sfiorano i 118mila euro). Infatti, le richieste di finanziamento fino a 30 mila euro (quelle per le quali è prevista la garanzia sull'intera cifra) sono state relativamente poche: 14.601, poco più della metà di tutte quelle accolte. Vale a dire 167 ogni mille imprese, un indice al di sotto la media nazionale di 176.
COLLASSO AUTUNNALE
L'aumento esponenziale delle richieste con il passare dei mesi fotografa come la seconda ondata autunnale di Covid abbia inciso (e tuttora stia incidendo) in modo ancora più pesante del primo esplodere dell'emergenza, con relativo lockdown, la scorsa primavera: basti pensare, infatti, che a maggio dell'anno scorso l'erogato complessivo ammontava a 331,6 milioni di euro, per poi moltiplicarsi di quasi nove volte nel restante periodo (più 787%), fino appunto a raggiungere i quasi tre miliardi registrati a inizio settimana. E nello stesso arco di tempo, si sono ulteriormente ridotte del 5% le operazioni con importi fino a 30 mila euro: dunque gli imprenditori chiedono cifre mediamente più cospicue, a conferma di come, per resistere al calo degli incassi, siano necessari prestiti più consistenti. Tendenza speculare anche per il Veneto, che risulta in decima posizione come numero di operazioni di piccolo taglio nella graduatoria nazionale, ma al secondo posto come totale dell'importo finanziato.
L'ANALISI
«Numeri che dimostrano -analizza Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana- come siano stati messi in campo strumenti di portata straordinaria per consentire l'accesso ai finanziamenti a sostegno della liquidità delle imprese. Dobbiamo però essere consapevoli dell'esposizione debitoria che porterà, in taluni casi, alla saturazione della capacità di restituzione. Nei 2021 per molte imprese sarà quindi molto difficile accedere a nuove risorse». Proprio per evitare questi ulteriori contraccolpi l'associazione artigiana propone di ritarare il metro di valutazione del merito creditizio delle aziende, tendendo conto dell'effetto Covid-19 sui bilanci relativi al 2020. «Si tratta di operare una valutazione ponderata -precisa Sartor- rispetto a eventuali sofferenze o deterioramenti del patrimonio aziendale, che tenga conto non solo del dato contabile, ma anche del reale stato di salute dell'impresa, della sua capacità di ripresa produttiva, di eventuali piani di risanamento e di quelle che sono le reali prospettive di mercato». Inoltre l'organizzazione imprenditoriale sollecita nuovi incentivi per sostenere gli investimenti, anche attraverso la concessione di contributi a fondo perduto. «L'intervento pubblico consentirebbe alle nostre imprese -ribadisce il presidente- di poter continuare a innovare».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci