Il sindaco avvisa il prefetto «Mobilitazione generale»

Domenica 11 Dicembre 2016
Il sindaco avvisa il prefetto «Mobilitazione generale»
Sorpresi è dir poco. Più propriamente sconvolti, choccati, annichiliti da una notizia vaga nei contorni e, per questo, ancor più minacciosa. L'unico dato certo è rappresentato dal fatto che il viceprefetto di Treviso ha, l'altra sera, confermato al sindaco di Volpago Paolo Guizzo, messo in allarme da voci arrivategli da alcune associazioni locali, il fatto che l'ex Polveriera, un chilometro quadrato di verde in cima al Montello con all'interno una caserma fatiscente e vari bunker, verrà utilizzata per accogliere 98 profughi, che potrebbero diventare 120. Il tutto per Natale. Di fronte alla doccia fredda, il Comune di Volpago, quelli limitrofi e i cittadini appaiono in stato di allarme. E la prima reazione dell'amministrazione è stata rappresentata da una riunione di giunta, convocata ieri d'urgenza per fare il punto della situazione.
Ma si studiano anche le prossime mosse. «Ho cercato di parlare con il prefetto -dice il sindaco Paolo Guizzo- ma non riuscirò a rintracciarlo fino a lunedì. Convocherò una riunione con la popolazione perché sia informata. Ci sarà una mobilitazione generale». Netta e inequivocabile la contrarietà dell'intera Giunta, per il metodo e i contenuti. E si pensa anche che la situazione provocherà, sul territorio, una «ricaduta sociale ed economica ad oggi inimmaginabile e deflagrante, in offesa all'identità territoriale». Il gesto infatti «compromette le possibilità di sviluppo socio-culturale e turistico» a cui proprio i sindaci, per primi, stavano lavorando. E il pensiero va sia ai residenti sia agli operatori economici del settore. Ma se questo aspetto accomuna, probabilmente, tutte le realtà che vengono scelte come punti di accoglienza, a Volpago c'è un'aggravante: «Il luogo scelto - afferma l'assessore alla cultura Alessandro Mazzochel assieme ai colleghi - è del tutto inidoneo, dismesso e coperto di eternit. Non riscontriamo, ad oggi, nessuna destinazione d'uso di rispondenza alla normativa vigente».
Un appellativo, per definire la polveriera, risuona istintivamente da un amministratore all'altro: «Metterli lì è come farli andare in un campo di concentramento», dicono sia Mazzochel sia il sindaco di Montebelluna Marzio Favero. Che aggiunge: «Se pensano di usare la caserma, posso dire che, nel visitarla anni fa, ho vissuto una delle sensazioni di maggior ribrezzo della mia vita: ricordo, in particolare un letto di cimici. Se invece pensano a una tendopoli o a dei prefabbricati, ricordo che sul Montello in questa stagione si va a meno 5, se non oltre. E poi si parla di tende della Protezione civile: ma i miei uomini non sono neppure stati contattati». C'è poi pure un problema di controllo: «L'area è recintata con filo spinato, ma chi terrà d'occhio i profughi?».

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