IL FESTIVAL
TREVISO La poesia che fa numeri. E i lettori che aumentano con serpentoni

Martedì 19 Ottobre 2021
IL FESTIVAL TREVISO La poesia che fa numeri. E i lettori che aumentano con serpentoni
IL FESTIVAL
TREVISO La poesia che fa numeri. E i lettori che aumentano con serpentoni di firma copie anche per gli autori sconosciuti. Chi passa a Cartacarbone ama la carta, ama i libri. E cerca di prendersene cura. Quattro giorni di festival, e Carta Carbone 2021 ricarbura con gli entusiasmi di una presenza intorno agli 8mila visitatori. Non certo i numeri pre-pandemia, ma comunque un segnale importante. E a crescere, a sorpresa, sono gli scrittori. Sold out per i laboratori: la penna è liberatoria. E consolatoria. «L'edizione 2021 è andata benissimo - sintetizza il direttore artistico Bruna Graziani - La città era strapiena, la gente ha voglia di uscire, di fare cose e partecipare. Le nuove direttive ci hanno un po' spiazzato: il festival ha aperto nel giorno delle nuove capienze e questo ci ha un po' messo in difficoltà. Siamo ancora in un limbo, non completamente liberi. Ma il trend è positivo, c'è un bel segnale. E il sole ci ha dato un grande aiuto».
Possiamo dirlo? Un grande peccato il forfait di Pupi Avati...

«Si, un grande peccato, ci lavoravamo da mesi. Non è bella questa cosa, perchè magari la gente pensa che lo facciamo apposta. Invece purtroppo il Maestro non ha collaboratori, fa tutto da solo. Alcuni mesi fa mi aveva chiamato per la conferma, si era preso nota. Poi mi richiama e si rende conto che non può farcela. Ha 84 anni, lo comprendo, però avevamo puntato tanto sulla sua presenza. Da remoto è comunque meglio che nulla, ma non la stessa cosa».
Quali sono stati gli eventi più seguiti?
«Melania Mazzucco, in presenza, ha fatto grandi numeri. È stata carinissima. Un altro personaggio seguito è stato Stefano Calabrese, da lui c'era il pienone. Sta diffondendo un nuovo modo di raccontare e raccontarsi, il pubblico era molto stimolato. Poi Daniele del Giudice, Vladimiro Polchi che ha scritto un libro che incoraggia i ragazzi a non fermarsi sui difetti e le paturnie, ma anche Elena Sbrojavacca e Alessandro Cinquegrani».
Vince il territorio, insomma...
«Vince anche il territorio. Poi magari ci sono autori che hanno uno zoccolo duro di lettori».
La poesia?

«E andata benissimo. Stefano Dal Bianco è stato grandissimo e ha coordinato le quattro maratone molto frequentate. Ci ha stupito il pubblico della poesia. Il merito di questo exploit è spiegabile con l'aura di Zanzotto e la festa per lui. Tra gli ospiti ci ha fatto particolarmente piacere avere Giovanni Zanzotto, che ha voluto essere presente come rappresentante della famiglia e ci è sempre stato vicino».
Reinventarsi scrittori o autobiografi. I laboratori quest'anno erano quasi al sold out.

«C'è tantissima gente che vuole scrivere, che vuole sentirsi viva. Pensiamo il prossimo anno di aumentare il numero dei laboratori e per me è una soddisfazione enorme: questa è la mia vita».
Il numero dei presenti quest'anno è stato circa sugli 8000. A regime il festival ne fa 22 mila. Però la prima sensazione è di un aumento nelle vendite di libri. E' solo una sensazione?

«Abbiamo avuto dei firma copie molto lunghi, code insospettabili. Durante la pandemia i libri, come ha giustamente detto l'assessore Colonna Preti, ci hanno salvato la vita. C'è questo desiderio di ritorno a una realtà concreta, umana, tangibile. Insieme però la pandemia ha stimolato la lettura e l'introspezione. La gente legge di più e compra più libri».
Proiezioni sull'edizione 2022?
«Il prossimo anno ricorre il centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, non lo dimenticheremo. Poi a me piacerebbe veramente continuare a pensare al paesaggio a qualcosa che ci rimetta in contatto con la terra. E la natura».
Qual è stata la cosa speciale di questa edizione?
«Il gruppo dei giovani che hanno lavorato sulla comunicazione e sui social. Erano bellissimi da vedere. Appassionati e solidali. Non c'è mai stato un gruppo così coeso e così unito».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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