I ristoratori in piazza «Protesta degenerata»

Martedì 13 Aprile 2021
GLI SCONTRI
TREVISO Una guerra senza esclusione di colpi, fatta di bombe carta e bottiglie lanciate ovunque, di feriti e paura. Così Yuri, della palestra Dorian Gray di Maser, racconta la manifestazione di ieri a Roma alla quale hanno partecipato numerosi trevigiani, compresi alcuni ristoratori. Un evento che lui stesso ha contribuito ad organizzare, ma dal quale se ne è andato in serata con addosso un'enorme carica di delusione. «La manifestazione si sarebbe dovuta svolgere in piazza Montecitorio -racconta- ma ci è stata negata. Tutti i pullman in arrivo sono stati rispediti indietro già ai caselli e chi invece è riuscito ad arrivare in centro è stato rinchiuso in piazza San Silvestro. Non si può impedire di manifestare. Io c'ero perché ero arrivato già domenica sera. Sembrava di essere in gabbia, nel bel mezzo di una guerra. Per questo ho deciso di rientrare a Maser, anche se alla vigilia ero intenzionato a partecipare sia alla manifestazione di lunedì che a quella di martedì. Con questi sviluppi, però, non ci sto». L'amarezza è grande: «Purtroppo passeremo dalla parte sbagliata -aggiunge Yuri- non era il nostro intento. La nostra doveva essere una manifestazione pacifica e si è trasformata in una guerriglia. Dovera essere la protesta pacata dei lavoratori fermi a causa del Covid ed è diventata un'occasione di visibilità per infiltrati. Io ce l'ho con chi ci ha bloccato, ma anche con gli infiltrati, molti più della settimana scorsa. Sono abituato alle manifestazioni, ma non in questo modo. Si lanciavano bottiglie e bombe carta. Credo che la polizia avrebbe dovuto individuare e allontanare gli intrusi, non fermare noi. Tutto ciò è stato gestito malissimo dallo Stato. L'altra volta è stato bello, oggi no».
IMPRESE UNITE
Ieri mattina a Roma c'erano anche quindici ristoratori trevigiani in rappresentanza di Veneto Imprese Unite «È tutto degenerato in fretta -spiega Andrea Penzo Aiello- ma nel gruppo che ha lanciato bottiglie e bombe carta c'erano pochissimi ristoratori. Noi ci siamo trovati quasi in mezzo, per fortuna quando la polizia ha stretto il gruppo dei facinorosi siamo riusciti a defilarci e a levare le ancore». Quando la tensione è salita alle stelle le forze dell'ordine hanno chiuso tutti gli ingressi che portano alla piazza di Montecitorio e alcune centinaia di manifestanti si sono raggruppate in piazza San Lorenzo in Lucina, altre in piazza San Silvestro. La delegazione trevigiana doveva incontrare il sottosegretario Claudio Durigon al Mef. «Purtroppo la cosa era chiamata: piccoli gruppi che nulla avevano a che vedere con i ristoratoti hanno rischiato di inquinare una giusta manifestazione». I trevigiani si sono messi al riparo e sono stati ricevuti come da programma al ministero dell'Economia e delle Finanze. «Abbiamo discusso di blocco degli sfratti, con tutele anche per i proprietari delle mura; della proroga delle moratorie sui mutui e sui finanziamenti -entra nel dettaglio Andrea Penzo Aiello- Abbiamo un pacchetto di soluzioni, tra cui il blocco per tre anni delle licenze di somministrazione. Un' ultima importante richiesta portata oggi al tavolo e che con tutta probabilità verrà accolta, è stata quella di poter far accedere ai sostegni per il comparto della montagna anche gli impianti sciistici non classificati come comprensorio, come ad esempio quelli dell'altopiano di Asiago, ad oggi esclusi».
NUOVA MANIFESTAZIONE
Oggi sarà invece la Fipe trevigiana in piazza a Montecitorio. «Chiediamo una data di riapertura certa» spiega la fiduciaria Dania Sartorato, che rappresenterà il territorio insieme al commissario straordinario Unascom Tullio Nunzi. «Per motivi di sicurezza e per dare un segnale di responsabilità saremo in due» ribadisce Sartorato. Oltre alla richiesta principale, oggetto della manifestazione, una data di riapertura certa e costante, a breve e medio termine le associazioni di categoria chiedono l' azzeramento della parte variabile della tariffa rifiuti, l'azzeramento della quota statale Imu, l'azzeramento del canone di occupazione del suolo pubblico, l'azzeramento del canone Rai, la facilitazione di accesso al credito, e un contributo a fondo perduto collegato a micro investimenti. «Ma a medio termine la richiesta è di poter reintrodurre lo strumento del voucher, rinnovare il credito di imposta per locazioni commerciali, abbassare gli affitti garantendo agevolazioni ai proprietari». I dati dello studio commissionato da Unascom Treviso alla società Format Research scattano una fotografia drammatica del settore. Con lo sblocco dei licenziamenti a giugno, entro la fine del 2021 sono 27 mila i posti di lavoro a rischio. Di questi, 10 mila sono dipendenti del settore della ristorazione e del turismo. Laura Bon
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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