I LUTTI
VOLPAGO Fino a pochi giorni fa ha dato una mano in azienda. Nonostante

Martedì 1 Dicembre 2020
I LUTTI
VOLPAGO Fino a pochi giorni fa ha dato una mano in azienda. Nonostante i 73 anni e il passaggio generazionale ai figli avvenuto, Diego Garbuio e la moglie Gabriella Favotto, fondatori della Garsport di Volpago, alla loro creatura erano legati a filo doppio. Venerdì scorso, invece, il Covid se lo è portato via, in modo subdolo e inatteso. Quella di Diego Garbuio è la storia di un imprenditore del settore calzaturiero del distretto dello Sportsystem che ha di fatto concluso la propria esistenza senza mai staccare dal lavoro cui ha dato anima, e vita. La Garsport conta a Volpago circa 35 dipendenti, ma che ha anche un'altra unità produttiva in Romania. «Diego Garbuio - spiega Luca Feltrin, responsabile commerciale della Garsport - aveva fondato la ditta nel 1972 con la moglie Gabriella dedicandosi alla produzione di calzature per trekking e tempo libero ma anche per l'anti infortunistica. La ditta ha un proprio marchio ma lavora anche in conto terzi. Nonostante le redini dell'azienda fossero passate a Cristian e Mauro, i due figli, lui e la moglie erano in fabbrica di frequente. Ma Diego compiva anche dei viaggi nell'altra azienda». Del resto, quando senti tua una creatura non cè pensione che tenga. «A inizio settimana è risultato positivo al tampone, come altri membri della sua famiglia. Poi mercoledì è stato ricoverato, anche perché aveva qualche patologia pregressa e veniva spesso colpito da bronchiti e tossi. La situazione sembrava sotto controllo: continuava a darci indicazioni anche dall'ospedale». Tra giovedì e venerdì che il quadro è precipitato, fino al decesso. Il funerale non è stato ancora fissato. Ieri la Garsport è rimasta chiusa per lutto e chiuderà nuovamente il giorno del funerale.
IL MILITARE
A Treviso è morto invece Alfredo Lillo. È stata l'uomo che prestava assistenza notturna a lui e alla moglie a portare il Covid in casa. Elettra, 85 anni, la prima a manifestare i sintomi, dopo un paio di settimane si è negativizzata. Il cavaliere Alfredo Lillo, che di anni ne aveva compiuti 92 il 3 settembre, invece non ce l'ha fatta. «Il virus è stato una mazzata per mio padre - afferma Antonella Lillo, noto avvocato trevigiano - era un persona attiva, qualche acciacco dovuto all'età, ma stava bene. La dottoressa Maria Cristina Marchese lo ha seguito e curato fino all'ultimo con una dedizione non comune. Veniva a casa bardata con camice, guanti e visiera, controllava i parametri costantemente. Un'ospedalizzazione non sarebbe servita a nulla. Anzi, un ricovero avrebbe portato mio padre a restare solo e a sentirsi abbandonato». Ex maresciallo maggiore dell'aeronautica militare, Alfredo Lillo dal Salento si era trasferito a Treviso negli anni 50. La maggior parte della sua carriera l'ha passata nel 2° Stormo all'aeroporto di San Giuseppe. E a Treviso aveva conosciuto Elettra, diventata sua moglie nel 1960. Amava la montagna: un amore che lo ha portato a stringere rapporti anche con gli alpini. «Nel 1976, dopo il terremoto in Friuli - ricorda Antonella - per tre estati è andato ad aiutare nella ricostruzione e si è legato molto al gruppo alpini di Pavullo nel Frignano. Lo ricordo perché questa voglia di dare una mano agli altri era una caratteristica principe di mio padre. Ci ha insegnato ad affrontare le difficoltà, sostenendoci sempre nelle nostre scelte. È stato un papà moderno e un nonno eccezionale». L'ultimo saluto ad Alfredo Lillo è fissato per domani alle 10.45 nella chiesa arcipretale di Santa Maria del Rovere, stasera alle 19 il rosario.
Laura Bon
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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