I 50 anni delle Officine Rasera: «Scelta vincente»

Venerdì 20 Luglio 2018
I 50 anni delle Officine Rasera: «Scelta vincente»
CROCETTA
Festa oggi a villa Guillion Mangilli di Biadene per i 50 anni delle Officine Rasera. Verrà ricordato il fondatore Ferdinando Rasera, personaggio innovativo e lungimirante morto a soli 40 anni. Dal 20 luglio 1968 l'azienda ne ha fatta di strada grazie soprattutto alla compattezza di un gruppo di persone che sono riuscite a dare all'azienda un volto nuovo e tecnologicamente avanzato, in primis i due attuali proprietari Gildo Piva e Diana Semenzin. «La Rasera - spiega Piva entrato giovanissimo in azienda - è nata come produttrice di ganci per reti da letto, il signor Rasera aveva anche inventato una macchina innovativa per il montaggio di questi ganci completamente automatizzata».
Dopo l'improvvisa scomparsa di Ferdinando Rasera cosa è successo?
«L' azienda viene presa in gestione da alcuni industriali che mi hanno dato fiducia proponendomi di acquistare delle quote. Nel 1995 la decisione di acquistare ulteriori quote e la proposta a Diana Semenzin di acquistare le altre. Ed ora siamo soddisfatti per la scelta fatta». «La Rasera - aggiunge la Semenzin - ha lavorato in un primo tempo principalmente su due comparti: produzione di minuterie metalliche e accessori per l'edilizia con vendita diretta sul mercato. Poi abbiamo seguito la strada della differenziazione, la ricerca di nuovi accessori da proporre al mondo edile e la ricerca di nuovi clienti».
Come avete superato la crisi del 2008?
«Facendo quadrato - prosegue Piva - Avevamo anche pensato di trasferire la nostra attività all'estero, ma l'idea è durata poco e la scelta di restare si è rivelata felice».
L'azienda infatti ha registrato una crescita continua in termini di fatturato.
«Per crescere bisogna investire in tecnologia e diversificare i prodotti. Il fatturato ora sfiora i 7 milioni. Diamo lavori a oltre 30 addetti e disponiamo di un nuovo capannone che si sta rivelando però insufficiente. Una bella storia la nostra alla quale tutti hanno dato il loro importante contributo, dal primo all'ultimo collaboratore».
Luciano Beltramini
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