Genty-Bartali Manildo-Coppi quando l'ironia infiamma il web

Domenica 18 Febbraio 2018
COMUNALI 2018
TREVISO Bartali-Gentilini che passa la borraccia a Manildo-Coppi. A prescindere che la storia non ha mai veramente chiarito chi fu a passare quella borraccia durante un'epica tappa del Tour de France, il senso della vignetta è ben spiegato dato titolo: Aiuti inaspettati. In soldoni: Gentilini che dà una mano all'arcirivale Manildo. Questa l'ultima trovata della pagina satirica Palazzo dei 3ciento, gestita dal duo Giuseppe Mauro-Pier Giorgio Scarponi. Da anni sottolineano i passaggi salienti della scena politica trevigiana a suon di vignette satiriche al vetriolo. E la spaccatura nel centrodestra, con lo Sceriffo Giancarlo Gentilini ormai deciso a correre da solo con una sua coalizione e un suo candidato, ha armato nuovamente matite e fotoshop.
LA POLEMICA
La foto ha subito alimentato una discussione piuttosto accesa anche perché Mauro, ex assessore della giunta Gobbo e protagonista con la lista Noi con l'Italia della coalizione a sostegno di Mario Conte, è una delle parti in causa. Enrico Renosto, ex capogruppo del Pdl, è stato piuttosto critico, evidenziando come questo tipo di vignette non aiutino per niente il centrodestra. Ma la satira, si sa, non ha alcuna regole e non si sottomette a nessuna legge. E in fondo, che l'azione di Gentilini serva solo ad aiutare Manildo, è la convinzione reale di Mauro: «Quella vignetta è la fotografia di una situazione più che evidente - sottolinea - con Gentilini le posizioni si sono così radicalizzate che trovo difficile poter tornare indietro. La mia impressione è che questioni più che altro di orgoglio personale, abbiano generato una posizione politica cavalcata più da altri, dai classici opportunisti della politica, che da Gentilini. Ma lui, abituato a estremizzare tutto, fa fatica a tornare indietro, a uscire dal suo personaggio».
SOLO PROVOCAZIONI
Dal canto suo, lo Sceriffo, non fa una piega: «Mauro chi? - ridacchia - non raccolgo lo provocazioni lanciate con queste stupidaggini. Io combatto Manildo e se deciderò di scendere in campo, lo farò per vincere. Altro che aiutare Manildo. E poi è stata la Lega a uscire allo scoperto per prima, senza pensare di candidare persone capaci di vincere al primo colpo. Margini per una riappacificazione? Ma se dal 2013 nessuno si è più degnato di dirmi niente. Nei miei confronti c'è solo stata una grande ondata di accuse. Nessuno poi mi ha mai consultato sulla scelta del sindaco. In città, purtroppo, è ricomparso quel cerchio magico che nella Lega per tanto tempo ha gestito ogni cosa. Indicare Zugno come mio candidato sindaco? È stato un eccellente assessore, ha raggiunto tutti i suoi obiettivi professionali e politici. Ma per fare il sindaco serve gente più giovane, che abbia ancora tanti stimoli. Se la Lega me lo avesse chiesto, avrei indicato Zampese».
Paolo Calia
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